La Stampa, 13 marzo 2015
Abbiamo il Dna di D’Annunzio. I Ris sono riusciti a isolarlo da un fazzoletto che nel 1916 il poeta aveva macchiato con il suo liquido seminale per donarlo come ricordo di una notte d’amore alla sua amante, la Contessa Olga Levi Brunner
Da un fazzoletto che nel 1916 Gabriele D’Annunzio aveva macchiato con il suo liquido seminale per donarlo come ricordo di una notte d’amore alla sua amante, la Contessa Olga Levi Brunner, gli investigatori del Racis (Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche) sono riusciti a isolare il Dna del poeta. La scoperta è stata presentata al Comando provinciale dei carabinieri di Milano, dal presidente della Fondazione Vittoriale, Giordano Bruno Guerri. La ricerca su tracce biologiche di quasi un secolo fa è stata elaborata dal Reparto Investigazioni Scientifiche Carabinieri di Cagliari in collaborazione con la Fondazione Il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera, che ha fornito agli esperti alcuni oggetti del Vate: un fazzoletto bianco, lettere che la contessa Brunner scriveva a D’Annunzio, uno spazzolino da denti in avorio e setole conservato alla Prioria. I reperti sono stati sottoposti a esami che hanno rivelato la presenza di tracce biologiche, prelevate dai Ris e confrontate con il Dna estratto dal tampone salivare di un discendente in linea maschile di Gabriele d’Annunzio, Federico d’Annunzio.