Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 13 Venerdì calendario

Il forzista Francesco Paolo Sisto che straccia in diretta tv un articolo di Repubblica contro il Cav. Breve catalogo dei tele-strappatori italiani

Tra gli effetti collaterali che allietano la civiltà dell’immagine, si segnala l’inesorabile proliferazione degli strappa-carte.
Ora, l’origine della figura sarebbe anche nobile, facendosi risalire a Scipione l’Africano che una volta, colmo di sdegno, tirò fuori dalla toga un certo fascicoletto e secondo Aulo Gellio «statim coram discidit suis manibus», cioè immediatamente lo strappò davanti a tutti con le sue stesse mani.
Con minore gravitas, ieri a Omnibus il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera Francesco Paolo Sisto, Forza Italia, s’è portato da casa un articolo di Liana Milella per strapparlo in diretta. Non esattamente un beau geste, e infatti se n’è subito pentito, ha chiesto scusa e dopo aver rabberciato alla meno peggio il foglio s’è profuso in un eccessivo baciamano rendendo la televisione specialmente ridicolo chi troppo l’agogna e s’illude di padroneggiarla.
Lì per lì il pensiero è corso a Giletti e al libro di Capanna scagliato in terra. Ma in realtà la compagnia esclusiva e specialistica dei tele-strappatori annoverava già: Mastella, accanitosi sulla sua stessa relazione congressuale; Berlusconi che ha ridotto in pezzi il programma dell’Ulivo; Marco Rizzo cui si deve la lacerazione dei trattati europei a Matrix; e un’indimenticabile Alessandra Mussolini a Pomeriggio 5, che dopo aver a fatica dilaniato una copia de Il Giornale, vi è pure passata sopra con i piedi, stùnk stùnk. Per la conquista dell’attenzione, per la delizia dell’evoluta commedia e regressiva.