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 2015  marzo 12 Giovedì calendario

Ma il bacino di voti di Forza Italia è stato prosciugato dai due Matteo. L’anti-europeismo, il renzismo e il fenomeno Grillo: in questo nuovo contesto lo spazio per Berlusconi e il suo partito si è drasticamente ristretto

Nel corso degli anni della Seconda Repubblica Silvio Berlusconi è stato costantemente sottovalutato. Dai suoi avversari in primo luogo, da moltissimi osservatori delle nostre vicende politiche e in tempi più recenti anche da una parte dei suoi stessi sostenitori. È naturale quindi che dopo la sua recente assoluzione molti tra coloro che sono rimasti sorpresi in passato si chiedano oggi se Berlusconi-Lazzaro possa resuscitare di nuovo. Grazie a una performance come quella di fronte ai piccoli e medi imprenditori di Vicenza nel 2006 o grazie a una promessa eclatante sul fisco oppure grazie a un fazzoletto usato abilmente in una trasmissione televisiva.
Questa volta non è così. Qualunque sorpresa ci sia ancora nel cilindro del cavaliere la sua parabola politica non si invertirà. Lentamente ma inesorabilmente si sta chiudendo un ciclo. Il Berlusconi di oggi resta un cavaliere dimezzato anche dopo la riconquistata libertà di azione. Gli errori politici accumulati dal 2008, le vicende giudiziarie passate e quelle ancora in corso, l’età, la legge Severino ne hanno indebolito irrimediabilmente la capacità di leadership. Ma quello che pesa di più è il fatto che è cambiato completamente lo spazio della politica italiana. L’anti-europeismo e il renzismo, insieme al fenomeno Grillo, ne hanno ridisegnato le dimensioni. E in questo nuovo contesto lo spazio per Berlusconi e il suo partito si è drasticamente ristretto.
La politica è ricca di paradossi. Senza la sconfitta di Bersani, grazie anche a un resuscitato Berlusconi, Renzi sarebbe ancora il sindaco di Firenze. Con Renzi invece è cambiato tutto. Anche il destino politico del cavaliere. Bersani era ancora un “comunista”, un amico dei sindacati. Uno incapace di allargare i consensi per il Pd in aree importanti come Lombardia e Veneto. Renzi è tutta un’altra cosa. A partire dalla comunicazione che è sempre stata una arma efficacissima nelle mani del cavaliere. Con Renzi il Pd è diventato il punto di riferimento di un elettorato moderato che non aveva mai votato a sinistra, come si è visto alle europee e come registrano i sondaggi.
Poi è arrivato Salvini che ha preso in mano una Lega Nord moribonda e l’ha resuscitata radicalizzando efficacemente il messaggio su immigrazione ed euro. Inoltre c’è Grillo che non è una meteora come molti si aspettavano e resta invece ancora il secondo partito italiano. Difficile per Berlusconi competere con questi rivali. La maggioranza dei moderati vota Renzi. La protesta e la rabbia votano Grillo o Salvini. Chi si oppone alla Unione europea vota Salvini o Grillo. A chi si può rivolgere Berlusconi? Con quali argomenti? E per di più con un partito diviso.
I dati parlano chiaro. La media dei sondaggi delle ultime due settimane stima il Pd al 38,1%, il M5s al 18,1, Lega Nord al 14,5, Forza Italia al 12,9. Nel sondaggio Demos del marzo 2015, commentato da Ilvo Diamanti su Repubblica di domenica, in Veneto – non in Toscana – giudicano positivamente Renzi il 53 % degli elettori contro il 41% Salvini e il 20% Berlusconi. In questa regione, da sempre roccaforte del centrodestra, i giudizi positivi per Renzi sono addirittura più alti che a livello nazionale. Nel sondaggio Cise-Sole 24 Ore del novembre 2014 è stato chiesto agli intervistati di indicare su una scala da 0 a 10 la probabilità di votare in un futuro indeterminato per vari partiti. Si tratta di un indice che stima l’appetibilità dei partiti come possibili alternative di voto e quindi il loro bacino potenziale. Solo il 21 % si è dichiarato propenso a votare Forza Italia contro il 36% per il Pd, il 24% per la Lega Nord e il 20 % per Grillo. Dunque, il bacino della Lega è più ampio di quello di Forza Italia. Ma c’è di più. Tra i potenziali elettori di Forza Italia il 36% prende in considerazione l’idea di votare Pd e il 53% Lega Nord. Dunque, l’emorragia di voti da Forza Italia verso Pd e Lega potrebbe non essere finita. Sono dati impietosi. La sentenza della Cassazione non li cambierà. Ci vuole ben altro.