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 2015  marzo 12 Giovedì calendario

Rai Way, per l’Antitrust Mediaset eliminerebbe l’unico concorrente. L’Autorità conferma la valutazione negativa sull’opas a causa della posizione dominante assunta dal Biscione

Se Ei Towers potesse andare avanti senza stop alla conquista di Ray Way, otterrebbe in un solo colpo tre risultati: cancellare l’unico concorrente delle torri tv, ma soprattutto guadagnare posizioni cruciali sul terreno della diffusione digitale e anche della raccolta pubblicitaria tv. Tutto questo evidentemente a scapito della Rai, il vero competitor del gruppo Mediaset. A tracciare a chiare lettere quella che suona già come la conferma della bocciatura per l’operazione Ei Towers-Rai Way è l’introduzione dell’Antitrust con la quale l’Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella ha ufficialmente aperto l’istruttoria sul dossier. Un documento che non fa che confermare «le forti criticità» già evidenziate da Pitruzzella nella lettera inviata la settimana scorsa e anticipata dal Messaggero.
I MACIGNI SULL’OPERAZIONE
Certo, l’Antitrust ha ancora 45 giorni (senza contare la sospensione legata al parere dell’Agcon) per studiare a fondo il dossier. Ma ce n’è abbastanza per immaginare fin d’ora che soltanto pesanti paletti, e forse neanche questi, potrebbero far superare tutti i dubbi degli uffici di Pitruzzella. Senza contare che uno scenario di questo tipo comporterebbe comunque una modifica sostanziale (dopo quella già possibile sul controllo) nelle condizioni di efficacia dell’opas di Ei Towers. Già, perchè a pochi giorni dalla scandenza per il deposito in Consob del prospetto informativo sull’operazione (il 16 marzo), il via libera «incondizionato» dell’Antitrust figura ancora tra i requisiti indispensabili dell’affondo Mediaset.
Non si può escludere a questo punto che l’Antitrust rispedisca al mittente l’intero dossier. Ma nella migliore delle ipotesi Pitruzzella fisserà condizioni di un certo peso per permettere una forma di integrazione. Fino a che punto queste condizioni saranno accettabili senza cambiare il valore del progetto è questione tutta da definire.
Intanto i numeri di oggi, fa notare l’Authority, dicono che la concentrazione «appare suscettibile di determinare la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante» su tre mercati. Tanto per cominciare, il nuovo gruppo, controllato da Mediaset, «sarà l’unico operatore che disporrà di una rete infrastrutturale per le trasmissioni televisive nell’intero territorio nazionale», con una quota di mercato di oltre il 70%. Unici concorrenti gli operatori locali, che coprono non più del 60-70% della popolazione con un’offerta «frammentata e di qualità inferiore». Insomma, il polo delle torri avrebbe così «infrastrutture non sostituibili» in alcune aree, e concorrenti «locali» e deboli in altre. Passando al mercato del broadcasting digitale e in quello della raccolta pubblicitaria, in queste attività Ei Towers sarebbe «potenzialmente in grado di impedire l’attività di concorrenti» del Biscione «attraverso una preclusione parziale o totale a livello dei fattori di produzione». Questi rischi, secondo l’Autorità, non potrebbero essere disinnescati nemmeno dall’estensione delle misure pro-concorrenziali imposte a Ei Towers in occasione dell’acquisizione di Dmt, nel 2011, perchè allora c’era comunque un concorrente (Rai Way) che in questo caso scomparirebbe. Una considerazione che smonta di fatto una delle prime argomentazioni di Ei Towers a difesa dell’operazione.
Secondo l’Antitrust ci sono quindi due pericoli, tra loro opposti: da un lato quello di un cartello tra Mediaset e Rai, anche in virtù del fatto che la Rai diventerebbe azionista del polo delle torri. Dall’altro la possibilità per Mediaset «di influenzare le condizioni del principale concorrente» nel broadcasting e nella pubblicità.
L’aggravante è che, come ricorda il provvedimento, Rai Way possiede anche gli impianti di diffusione del segnale Rai, i multiplex tv. Uno strumento capace di incrementare il potere di Mediaset «nel digitale e nei mercati a valle».
Se Ei Towers potesse andare avanti senza stop alla conquista di Ray Way, otterrebbe in un solo colpo tre risultati: cancellare l’unico concorrente delle torri tv, ma soprattutto guadagnare posizioni cruciali sul terreno della diffusione digitale e anche della raccolta pubblicitaria tv. Tutto questo evidentemente a scapito della Rai, il vero competitor del gruppo Mediaset. A tracciare a chiare lettere quella che suona già come la conferma della bocciatura per l’operazione Ei Towers-Rai Way è l’introduzione dell’Antitrust con la quale l’Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella ha ufficialmente aperto l’istruttoria sul dossier. Un documento che non fa che confermare «le forti criticità» già evidenziate da Pitruzzella nella lettera inviata la settimana scorsa e anticipata dal Messaggero.
I MACIGNI SULL’OPERAZIONE
Certo, l’Antitrust ha ancora 45 giorni (senza contare la sospensione legata al parere dell’Agcon) per studiare a fondo il dossier. Ma ce n’è abbastanza per immaginare fin d’ora che soltanto pesanti paletti, e forse neanche questi, potrebbero far superare tutti i dubbi degli uffici di Pitruzzella. Senza contare che uno scenario di questo tipo comporterebbe comunque una modifica sostanziale (dopo quella già possibile sul controllo) nelle condizioni di efficacia dell’opas di Ei Towers. Già, perchè a pochi giorni dalla scandenza per il deposito in Consob del prospetto informativo sull’operazione (il 16 marzo), il via libera «incondizionato» dell’Antitrust figura ancora tra i requisiti indispensabili dell’affondo Mediaset.
Non si può escludere a questo punto che l’Antitrust rispedisca al mittente l’intero dossier. Ma nella migliore delle ipotesi Pitruzzella fisserà condizioni di un certo peso per permettere una forma di integrazione. Fino a che punto queste condizioni saranno accettabili senza cambiare il valore del progetto è questione tutta da definire.
Intanto i numeri di oggi, fa notare l’Authority, dicono che la concentrazione «appare suscettibile di determinare la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante» su tre mercati. Tanto per cominciare, il nuovo gruppo, controllato da Mediaset, «sarà l’unico operatore che disporrà di una rete infrastrutturale per le trasmissioni televisive nell’intero territorio nazionale», con una quota di mercato di oltre il 70%. Unici concorrenti gli operatori locali, che coprono non più del 60-70% della popolazione con un’offerta «frammentata e di qualità inferiore». Insomma, il polo delle torri avrebbe così «infrastrutture non sostituibili» in alcune aree, e concorrenti «locali» e deboli in altre. Passando al mercato del broadcasting digitale e in quello della raccolta pubblicitaria, in queste attività Ei Towers sarebbe «potenzialmente in grado di impedire l’attività di concorrenti» del Biscione «attraverso una preclusione parziale o totale a livello dei fattori di produzione». Questi rischi, secondo l’Autorità, non potrebbero essere disinnescati nemmeno dall’estensione delle misure pro-concorrenziali imposte a Ei Towers in occasione dell’acquisizione di Dmt, nel 2011, perchè allora c’era comunque un concorrente (Rai Way) che in questo caso scomparirebbe. Una considerazione che smonta di fatto una delle prime argomentazioni di Ei Towers a difesa dell’operazione.
Secondo l’Antitrust ci sono quindi due pericoli, tra loro opposti: da un lato quello di un cartello tra Mediaset e Rai, anche in virtù del fatto che la Rai diventerebbe azionista del polo delle torri. Dall’altro la possibilità per Mediaset «di influenzare le condizioni del principale concorrente» nel broadcasting e nella pubblicità.
L’aggravante è che, come ricorda il provvedimento, Rai Way possiede anche gli impianti di diffusione del segnale Rai, i multiplex tv. Uno strumento capace di incrementare il potere di Mediaset «nel digitale e nei mercati a valle».