la Repubblica, 12 marzo 2015
Intervista a Flavio Tosi, furioso dopo l’espulsione: «Per disfarsi di me Salvini rischia il Veneto, ma ricordo che alle ultime europee il più votato ero io. Mi cacciano dopo 25 anni nel movimento, è come prendere un pugno nello stomaco. Questa è una gestione dittatoriale del partito»
«Ricordo che alle ultime europee nel Veneto sono stato il candidato più votato della Lega, con oltre 80mila preferenze. Meglio di me solo Alessandra Moretti, ma lei sta in un partito che ha il 40 per cento». Annotazione maliziosa, quella di Flavio Tosi, il leghista cacciato dal «dittatore» Salvini (così adesso il sindaco di Verona definisce il suo ormai ex segretario federale) e sempre più in procinto di compiere il passo da lui più volte annunciato: candidato governatore del Veneto contro Luca Zaia.
Tosi, allora è fatta: lei scende in campo...
«Mi prendo ancora un paio di giorni per decidere. Sono troppo scosso per quello che è successo, è stata una botta tremenda».
Dica la verità, lei ha già deciso...
«Devo riflettere, sono in una situazione incredibile. Dopo 25 anni di militanza nella Lega ti trovi all’improvviso fuori da casa tua. È come prendere un pugno nello stomaco».
Però l’aveva messo in conto, lo sapeva che l’avrebbero cacciata. Anzi voleva che finisse così.
«Fino a martedì sera no, pensavo che si potesse ancora fare una mediazione ragionevole, ma poi è arrivato l’ordine da Strasburgo: mi hanno addirittura cancellato dall’elenco degli iscritti alla Lega, è molto peggio dell’espulsione: Salvini si è comportato come un dittatore».
Caino e dittatore...
«È tutta colpa sua. Salvini ha messo in conto la possibilità che io mi candidi dopo questa cacciata. È disposto a correre un grande rischio alle elezioni in Veneto pur di liberarsi di Tosi, che è un uomo scomodo. Se questa non è una gestione dittatoriale del partito... Lo è molto di più rispetto ai tempi di Bossi».
Addirittura.
«Umberto cercava sempre di mediare, lo ha fatto anche in questa vicenda, nonostante la forte antipatia che nutre nei miei confronti. Salvini no: non ha voluto la mediazione perché il suo obiettivo era liberarsi di me».
E adesso muoia Sansone con tutti i flilstei, non le rimane che cercare di far perdere Zaia.
«Ripeto, non ho ancora deciso. Ma qualsiasi scelta io faccia, non sarà dettata da spirito di vendetta».
Però le piace ricordare i consensi presi alle europee: sembra un annuncio, oltre che una minaccia rivolta a Salvini e Zaia. Ma lei quanto vale adesso, in terra veneta?
«Francamente non lo so. Di sicuro sono abbastanza conosciuto, spero e penso di avere un buon consenso per quello che ho fatto da sindaco. E i dati delle europee sono lì, tutti possono vederli».
Tosi, se lei si candida dividerà il centrodestra e contribuirà a far vincere la Moretti, non pensa?
«Al di là di quel che farò io la responsabilità di questa situazione ricade tutta sulle spalle di chi l’ha creata: Matteo Salvini».
Lei è da tempo che si guarda attorno. Contatti con il Nuovo centrodestra, il suo feeling con Corrado Passera...
«Con l’Ncd contatti ufficiali non ne ho avuti. Non pensavo finisse così. E quella dell’alleanza con Passera è una grossa bugia messa in giro da qualcuno che sta nella Lega».
Ma con l’ex ministro di Monti lei intrattiene rapporti più che buoni. Ed è ricambiato...
«Il partito di Passera non parteciperà alle elezioni nel Veneto, è stato lui stesso a escluderlo».
Però con i centristi di Area popolare – Ncd e Udc – il dialogo è aperto, non è così?
«Prima devo decidere se candidarmi o meno. E se così fosse, dovrei basarmi innanzitutto sulle mie forze».
Cioè ripartire dalla lista Tosi, quella che l’ha fatta rivincere a Verona senza l’allora Pdl?
«Vedremo. La leadership di Salvini è basata sull’idea che la Lega sia un contenitore di destra dove si urla contro l’euro senza proporre una visione più utile dello stare all’opposizione. Una Lega alleata con l’estrema destra, che tradisce gli ideali del federalismo e in cui non ci può essere spazio per la voce critica di Tosi. Tutto questo divide il centrodestra e nella prospettiva nazionale non fa altro che favorire Renzi».
Quindi che cosa bisogna fare?
«Io cerco di aggregare tutto il centrodestra, partendo dal centro per poi includere anche forze più radicali. Solo così si può sperare di competere con Renzi».
E si può cominciare nel Veneto, con la sua candidatura a governatore...
«Prima della frattura era un’ipotesi impossibile. C’era la candidatura unica di Zaia, e io ero d’accordo, purché fosse rispettata l’autonomia della Liga veneta. Adesso il sottoscritto valuta qualsiasi possibilità. L’avevo già detto: se non sono più segretario della Liga, liberi tutti».
Tosi candidato, quante possibilità ci sono da uno a dieci?
«Non do i numeri, non siamo alla lotteria».
Salvini dice che Zaia vincerà anche contro Gesù bambino...
«Stia attento, mai abbandonarsi a gufate così clamorose».
Ma secondo lei la Lega è finita?
«Non è più quella che io ho conosciuto».