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 2015  marzo 12 Giovedì calendario

Il vero problema, adesso, ce l’ha Matteo Salvini: che si ritrova tra i piedi il ridisceso in campo, tutto ringalluzzito, il Riberlusconi

Il vero problema, adesso, ce l’ha Matteo Salvini: che si ritrova tra i piedi il ridisceso in campo, tutto ringalluzzito. Già si sentiva, Salvini, il nuovo padrone di casa, l’erede a furor di popolo, con pochi e trascurabili rivali ad impicciarlo, come il periferico Tosi o lo sbiadito Alfano; già stava catalogando il lascito elettorale, così come si controlla lo stato dell’argenteria; ed ecco invece il revenant, settantanove anni portati come fossero solo settantotto, il Riberlusconi che salta fuori come se niente fosse successo, tutto fosse esattamente come prima, i letti sfatti già tutti rifatti, l’Italia del 2015 identica a quella del 1993, e tutti intorno a lui a misurare trepidanti la sua benevolenza assai più che i propri meriti. Brusco risveglio per la povera destra italiana, ivi compresi quei giornali ingrati che il loro adorato Silvio lo davano per disperso, non ne aspettavano più il ritorno, e già celebravano il brusco Matteo come nuovo sire. Ora gli toccherà daccapo, ai direttori e vicedirettori, tenere in conto che cosa dice Silvio, che cosa vuole Silvio, che cosa spera Silvio; a ben vedere, professionalmente parlando, una spaventosa rottura di scatole, un poco come dover riscrivere pari pari un editoriale su Craxi, un’intervista a Pamela Anderson, un articolo di costume sul nuovo, clamoroso fenomeno degli sms.