La Stampa, 11 marzo 2015
Il Texas non chiede di diventare indipendente: pensa di esserlo già, perché non aveva mai aderito ufficialmente agli Stati Uniti. Coniano monete e emettono passaporti, «ma sono solo vecchietti innocui che non sanno come riempire le loro giornate». Eppure l’Fbi non la pensa così
La Repubblica del Texas non chiede di diventare indipendente: pensa di esserlo già, perché non aveva mai aderito ufficialmente agli Stati Uniti. Perciò batte moneta, tiene riunioni del suo Parlamento, e i propri membri girano con documenti che li identificano come rappresentanti diplomatici della loro nazione, immuni a qualunque genere di ordine o azione emesso da Washington.
Il raid di San Valentino
Non stiamo parlando di un gioco, ma dell’ultima follia dei separatisti americani. Una follia così seria che durante l’ultima festa di San Valentino, a febbraio scorso, le forze dell’ordine locali e l’Fbi hanno lanciato un raid contro i membri di questo gruppo, rivelato ora dal «New York Times» perché sta avendo l’effetto di alzare il loro profilo a livello nazionale.
Negli Stati Uniti le organizzazioni radicali, sette razziste e indipendentiste abbondano. Mettono in discussione l’autorità dello Stato, e nei casi migliori si isolano, ma nei peggiori diventano una minaccia per la sicurezza di tutti. Basti pensare all’attentato di Oklahoma City nel 1995, o anche alla strage di Waco.
«Gioco» pericoloso
Il Texas in effetti fu brevemente indipendente, dal 1836 al 1845, quando passò dal Messico agli Usa. Questo gruppo però non riconosce l’adesione e ritiene che sia ancora una nazione a parte. La «Republic of Texas» si era già fatta notare nel 1997, quando i suoi membri avevano rapito una coppia. La polizia era intervenuta, c’era stata una sparatoria in cui era morto uno dei militanti, e il «presidente» Richard McLaren era stato arrestato.
Dopo questo scontro il gruppo era tornato nell’anonimato, ma non si era arreso. Nel 2011 aveva persino spedito una lettera alla governatrice dell’Oklahoma, informandola che in base ad una risoluzione del Parlamento della Repubblica del Texas era stata incriminata, perché il suo Stato aveva invaso i confini della nazione vicina. Nelle settimane scorse il gruppo si è rifatto vivo, intimando ad un giudice locale di interrompere un’azione di pignoramento in corso contro uno dei suoi membri, e questo è il reato che ha spinto l’Fbi ad intervenire.
Molta gente locale dice che il raid era inutile, perché si tratta solo di vecchietti innocui che non sanno come riempire le loro giornate. È vero che coniano monete ed emettono passaporti, ma hanno rotto ogni rapporto con l’ala violenta di McLaren e non vanno oltre il folclore. L’attacco delle forze dell’ordine, invece, li ha resi popolari al punto di poter tornare ad essere pericolosi. È andato così in passato per troppe sette e gruppi, che sono passati dal gioco, magari ossessivo, all’azione.