La Stampa, 10 marzo 2015
C’è un’altra Grecia nel cuore dell’Europa. La Carinzia va verso il crac per colpa delle banche. Moody’s ha declassato il land austriaco da A2 a Baa3 e ha cambiato l’outlook da «stabile» a «negativo». Adesso la regione austriaca è a un passo dalla valutazione «spazzatura»
C’è il pericolo di un «caso California», di un fallimento regionale nel cuore dell’Europa? Gli inglesi, in virtù di una «Schadenfreude» ormai insopprimibile verso il continente della moneta unica, la chiamano «piccola Grecia». Nella sazia Carinzia, magnifico Land dell’Austria meridionale, paradiso degli sciatori e degli escursionisti, i postumi di uno dei tanti fallimenti bancari dell’interminabile Grande crisi si sono trasformati in una bomba a orologeria. In virtù di un trappolone lasciato in eredità dall’ex leader della destra populista e governatore della regione, Joerg Haider, l’Austria e l’Europa rischiano un clamoroso default regionale. Anche perché per ora il governo federale non mostra di voler tirare fuori un centesimo per evitare il peggio.
Prima del collasso di Lehman Brothers, negli anni del boom della finanza spericolata, il popolarissimo Haider aveva sottoscritto oltre dieci miliardi di obbligazioni emesse da Hypo Alpe Adria. Ma la banca è stata poi nazionalizzata nel 2009 per scongiurarne il fallimento e la settimana scorsa il governo ha fatto sapere che dopo i 5,5 miliardi sborsati dai contribuenti austriaci negli anni scorsi per coprirne i buchi – anche quelli della «bad bank» Heta che le è succeduta – il ministro delle Finanze, Joerg Schelling ha dato l’altolà. Ha fatto sapere che «il governo non spenderà un solo centesimo dei contribuenti in più per Heta».
La settimana scorsa la vigilanza bancaria austriaca, oltretutto, ha sorpreso i mercati sospendendo i rimborsi di oltre undici miliardi di debiti di Heta fino al 2016, dopo aver scoperto un nuovo buco da 7,6 miliardi di euro. Una perdita che pare sia la conseguenza dell’improvvisa decisione del mese scorso della banca centrale svizzera di togliere il tetto da 1,20 al franco contro l’euro. Un’altra voragine nei conti emersa dal nulla. Il governo ha deciso dunque la linea dura: ha annunciato che coinvolgerà i creditori in una ristrutturazione da 7,6 miliardi di euro.
La reazione dei mercati è stata immediata: Moody’s ha declassato la Carinzia da A2 a Baa3 e ha cambiato l’outlook da «stabile» a «negativo». Adesso la regione austriaca è a un passo dalla valutazione «spazzatura». La conseguenza, che sta provocando un terremoto politico in Austria, è anche che gli altri Land temono un effetto domino; intanto, le banche della Carinzia lamentano di dover pagare interessi molto più alti, sulle obbligazioni emesse.
Ma il cosiddetto «bail in», il coinvolgimento dei creditori nel taglio del debito, potrebbe avere conseguenze anche fuori dall’Austria. La Bayern Landesbank, controllata dal Land tedesco della Baviera, detiene un importante quota di obbligazioni Hypo, esattamente come la FMS Wetmanagement, sempre basata a Monaco.
Ieri mattina un colloquio tra il ministro delle Finanze austriaco Schelling e il responsabile finanziario della Carinzia, Wolfgang Sobotka (Övp), si è risolto in un nulla di fatto. I governatori delle regioni chiedono che il governo paghi i danni che il blocco del rimborsi di Heta sta provocando alle loro banche. La scorsa settimana i responsabili finanziari delle regioni hanno dovuto stendere un ombrello finanziario sui loro istituti di credito per evitare un contagio.
Per i Land è grave che il ministro delle Finanze federale abbia implicitamente azzerato il paracadute federale sui singoli Land. Secondo Sobotka «se l’Austria offre miliardi di euro per salvare la Grecia, ci possiamo almeno aspettare che offra garanzie per le proprie regioni?».