Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 09 Lunedì calendario

Il giro del mondo in 500 ore senza consumare una goccia di petrolio. Con un aereo a energia solare, Bertrand Piccard parte la sua nuova avventura

Una nuova avventura per Bertrand Piccard che quindici anni fa era stato il primo uomo a compiere il giro del mondo in pallone. Questa mattina ritenta un’altra e più complicata impresa: volare intorno al pianeta a bordo di un aeroplano a energia solare senza consumare una goccia di petrolio. 
Il decollo da Abu Dhabi dell’Si2 (Solar Impulse 2) è in compagnia di André Borschberg con il quale ha preparato una missione che sembrava impossibile. Piccard infatti si era rivolto ai grandi costruttori di aeroplani sentendosi rispondere che non si poteva affrontare un progetto del genere. Così ha riunito un team di società partendo dai fabbricanti di barche e arrivando a far volare il prototipo Solar Impulse 1 in fibra di carbonio che non solo ha permesso di collaudare le difficili tecnologie ma ha conquistato addirittura otto record. Non restava che realizzare, con alcune modifiche, l’aereo per la spedizione, tentando finalmente il sogno della circumnavigazione che da questa mattina si materializza. 
A guardarlo l’Si2 sembra un gigantesco insetto con un’apertura alare più lunga di un jumbo jet della Boeing. La sua caratteristica più importante è quella di essere tappezzato di nuove celle solari leggerissime e flessibili (nate tra l’altro nei laboratori di ricerca milanesi della Solvay) che forniscono l’energia necessaria alle batterie al litio da cui sgorgherà la corrente per i quattro motori elettrici, consentendo di volare giorno e notte. Piccard sorvolerà l’India, la Cina, l’Oceano Pacifico e l’Atlantico e in luglio arriverà al punto di partenza dopo una serie di scali: 500 ore di volo in 5 mesi. Ogni settimana si alternerà ai comandi con André nell’angusta cabina nemmeno pressurizzata. 
L’entusiasmo dello svizzero Piccard a 55 anni è lo stesso che vedemmo sul suo volto quando era salito in pallone dimostrando come l’avventura sia nel suo Dna di famiglia. Il nonno Auguste nel 1932 divenne celebre come il «conquistatore della stratosfera» salendo in una sfera metallica appesa ad un pallone oltre i 16 mila metri d’altezza. Il padre Jacques ottenne invece fama internazionale per essere sceso con il batiscafo Trieste, più romanticamente chiamato «mongolfiera dei mari», nella Fossa delle Marianne, il punto più profondo dell’Oceano Pacifico, a 10.902 metri. 
E quando Bertrand riuscì nell’impresa favoleggiata dal mitico Jules Verne e tentata senza successo da altri intraprendenti come il britannico miliardario Sir Richard Branson (creatore della Virgin), non si sentì soddisfatto. Decise così di dimostrare come una nuova tecnologia pulita poteva diventare il mezzo per una nuova mirabolante missione ma anche il simbolo di un modo nuovo di affrontare la vita sulla Terra. E convinse sostenitori come Abb, Omega e Schindler a condividere il volo. Non solo. Oggi mentre decolla nasce pure per sua iniziativa assieme a Google la piattaforma www.futureisclean.org per sostenere un movimento di cui si è fatto primo protagonista anche il principe Alberto II di Monaco (dove è attivo il centro di controllo del volo), per sensibilizzare i governi sui problemi del cambiamento climatico. «Con il nostro aeroplano – sottolinea Bertrand Piccard – vogliamo dimostrare come sia possibile sostituire vecchie tecnologie inquinanti con altre pulite, risparmiando energia e riducendo le emissioni di anidride carbonica». L’avventura inizia.