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 2015  marzo 09 Lunedì calendario

Warren Buffett in cerca di un erede. Una poltrona per due. L’Oracolo di Omaha ha 84 anni e prepara la successione. In corsa i fedelissimi: «Ajit Jain e Greg Abel»

Warren Buffett, l’Oracolo di Omaha, è a caccia di affari in Europa. Il dollaro forte e il costo del denaro ai minimi sul mercato europeo hanno risvegliato l’attenzione del leggendario investitore americano. La sua holding Berkshire Hathaway la settimana scorsa ha emesso per la prima volta bond in euro per 3 miliardi, una riserva che potrebbe servire per un’importante acquisizione. Il piede nel Vecchio continente l’ha già messo lo scorso febbraio, comprando per 400 milioni di euro l’azienda tedesca di abbigliamento e accessori per moto Detlev Louis Motorradvertriebs. Ma da tempo Buffett ha confessato l’interesse per un big deal.
Intanto la sua ultima lettera agli azionisti – la 50^ da quando Buffett comprò una piccola azienda tessile del New England, per trasformarla poi in un gigante che oggi vale 363 miliardi di dollari a Wall Street – ha riacceso le speculazioni su chi sarà il suo successore. La corsa ad occupare la sua poltrona sembra essere ridotta a due candidati: l’indiano Ajit Jain, 63 anni, capo del settore delle riassicurazioni, e il canadese Greg Abel, 52, responsabile del business dell’energia.
Arruolamento
Quando Buffett lo arruolò nel 1986, Jain ne sapeva ben poco di assicurazioni, come lui stesso ricorda. Nato in India, a Orissa, nel 1972, si è laureato in Ingegneria all’università tecnologica Iit Kharagpur e ha lavorato per Ibm nel suo Paese d’origine fino al ’76, quando è andato in America alla Harvard business school per ottenere il Master in business administration. Da allora è rimasto negli Usa, lavorando dal ’78 all’85 per McKinsey prima di entrare in Berkshire, con una pausa però di alcuni mesi per prender moglie in India, secondo le tradizioni familiari. Una qualità che lo ha fatto eccellere nel business assicurativo è la sua capacità di assumere rischi «speciali», sia come tipologia sia come dimensioni. Come la volta che, nel ’99, ha accettato di proteggere la squadra di baseball dei Texas Rangers dalla possibilità che il campione Alex Rodriguez diventasse permanentemente disabile. Buffett ne ha cantato più volte le lodi: in una precedente lettera agli azionisti ha scritto che se gli capitasse di trovarsi su una nave che sta andando a picco insieme a Munger e a Jain, e se uno solo di loro tre potesse essere salvato, non esiterebbe a chiedere di salvare Jain. L’anno scorso Berkshire Hathaway reinsurance group ha da solo contribuito per 42,5 miliardi di dollari agli 84 miliardi di float provenienti da tutto il business assicurativo, che comprende la compagnia online di rc-auto Geico, famosissima negli States per le sue campagne pubblicitarie. Il float sono i premi pagati dai clienti delle polizze: prima di essere usati per risarcire danni, possono essere investiti e produrre reddito. In altre parole il float è la linfa vitale che permette a Buffett di finanziare l’espansione della sua holding e per questo il ruolo di Jain è strategico.
Più giovane, ma anche lui nato non negli Usa, è Abel, canadese di Edmonton. E anche lui aveva come prima vocazione un business molto diverso dall’attuale: la contabilità. Le sue due passioni da ragazzo infatti erano i numeri e l’hockey su ghiaccio. Così il suo primo lavoro è stato con Price Waterhouse a San Francisco, dopo essersi laureato in Economia e commercio all’Università di Alberta nell’84. Nel ’92 ha cominciato a occuparsi di energia, entrando come controllore contabile in CalEnergy, un produttore indipendente di elettricità.

Energia

Da lì, per successive acquisizioni e fusioni, è passato nel 2000 a lavorare per Berkshire Hathaway, dove dal 2008 è il responsabile del settore energia. Negli ultimi 15 anni Buffett ha investito oltre 15 miliardi di dollari nel business «tradizionale» dell’energia e altrettanti in progetti sulle fonti rinnovabili, di cui è un convinto sostenitore. Abel è stato un manager fondamentale nell’attuazione di questa politica ed è conosciuto per la sua bravura nello strappare condizioni e prezzi favorevoli quando conclude affari.
Specializzato nella finanza Jain e nell’industria Abel, entrambi aderiscono alla filosofia di Buffett per quanto riguarda la natura di Berkshire Hathaway: una conglomerata che va contro tutte le «leggi» di Wall Street e che il fondatore ha difeso strenuamente nella sua ultima lettera. Secondo Wall Street, infatti, una holding che controlla tanti tipi diversi di aziende è un modo inefficiente di organizzare i business. Dentro Berkshire Hathaway ci sono attività che vanno dalle assicurazioni alle ferrovie, dall’energia alla salsa ketchup di Heinz, oltre a importanti partecipazioni azionarie in società quotate come American Express, Coca-Cola, Ibm e Wells Fargo.
Buffett con Munger – e con una snella squadra di sole 25 persone nel quartier generale a Omaha, Nebraska – si picca di essere capace di decidere come allocare i capitali fra tutti i potenziali investimenti più dei banchieri o dei gestori del private equity. Le performance di Berkshire Hathaway – un rendimento annuo composto di oltre il 20% in 50 anni – e la fortuna personale di Buffett (72 miliardi di dollari) gli danno ragione.
Una parte del suo successo dipende dal suo carisma e dalla sua reputazione, che attraggono le migliori offerte di affari per quanto riguarda le imprese non quotate. Il suo successore, Jain o Abel, dovrà dimostrarsi all’altezza dell’Oracolo anche dal punto di vista umano.