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 2015  marzo 07 Sabato calendario

Un milione di migranti pronti a partire dalla Libia • Una barriera di navi per evitare gli sbarchi • In arrivo l’accordo tra Italia e Vaticano per far cadere il segreto bancario • Papa Francesco ha deciso che l’arcivescovo Mennini vada a testimoniare per il caso Moro • Antonio Logli non sarà processato per la sparizione della moglie, Roberta Ragusa • Numeri sulle donne


Migranti/1 Allarme di Fabrice Leggeri, direttore esecutivo di Frontex, l’Agenzia europea di controllo delle frontiere: «Ci sono tra 500mila e un milione di migranti pronti a partire dalla Libia». Il picco di arrivi, secondo il capo di Frontex, è previsto tra primavera e estate, anche se un inverno con condizioni climatiche buone ha portato in Italia 8.918 migranti, contro i 5.611 dello stesso periodo del 2014. Appare evidente che il programma Triton (9 aerei, 25 tra navi e motovedette, fondi che non arrivano a 3 milioni di euro mensili) non è sufficiante.

Migranti/2 «C’è una misura che l’Unione Europea può prendere subito: presidiare in forze il mare davanti alla Libia. L’Italia non può farlo da sola, ha bisogno di aiuto. Sono certo che il Consiglio di sicurezza dell’Onu appoggerebbe questa iniziativa» (Bernardino León, inviato delle Nazioni Unite in Libia, ora alla guida del vertice tra le fazioni libiche, ospite del governo marocchino nel Centro congressi Mohammed VI, a Rabat).

Evasori L’ufficio stampa della Santa Sede ha fatto sapere che sono in corso «interlocuzioni» con l’Italia per andare verso il traguardo di «una più ampia e completa trasparenza e dello scambio di informazioni ai fini fiscali». Il primo obiettivo, che trova conferma negli ambienti italiani, è quello di siglare un protocollo sulla doppia imposizione fiscale, come avviene con quasi tutti i paesi, in modo che chi investe o deposita i propri denari nella Città del Vaticano debba pagare le tasse anche nel paese di residenza, cioè in Italia. Se, come pare, l’intesa andrà in porto, per il governo italiano si tratterebbe del quarto accordo messo a segno nelle ultime settimane sullo scambio di informazioni bancarie ai fini fiscali. In rapida successione sono state firmate intese con Svizzera, Principato di Monaco e Liechtenstein. A costringere questi paesi, considerati a tutti gli effetti «paradisi fiscali», a giungere a patti con l’Italia è stato soprattutto il protocollo europeo del G5, firmato a Berlino nell’autunno scorso, cui hanno aderito ad oggi 91 paesi, che scatterà nel 2017 e costringerà tutti i partecipanti a mettere in pratica lo scambio delle informazioni bancarie su richiesta dell’amministrazione fiscale del paese a caccia di evasori.

Testimone Papa Francesco ha deciso che lunedì prossimo, davanti alla nuova Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro, andrà a testimoniare l’arcivescovo Antonio Mennini, attuale nunzio apostolico nel Regno Unito. «Don Antonello», al tempo dei 55 giorni del sequestro Moro, era un giovane prete della diocesi di Roma (31 anni, viceparroco a Roma, nella chiesa di Santa Chiara in piazza dei Giochi Delfici, a poche centinaia di metri dall’abitazione di Moro), e secondo quanto affermato dall’ex capo dello Stato Francesco Cossiga prima di morire (2010), sarebbe stato vicino a Moro durante la prigionia. Lo avrebbe addirittura confessato e gli avrebbe impartito l’estrema unzione all’interno della prigione delle Br prima della uccisione. Secondo alcune ricostruzioni, il nunzio (figlio di Luigi allora numero 2 dello Ior, di cui era presidente Paul Marcinkus) sarebbe stato «il canale segreto» di comunicazione tra i terroristi e la Santa Sede (il pontefice era Paolo VI, amico personale di Moro) per tentare di salvare il prigioniero. Monsignor Mennini non ha mai deposto. Il Vaticano, fino ad oggi, lo ha tenuto lontano dai tribunali e dalle precedenti Commissioni d’inchiesta.

Logli Antonio Logli, unico indagato per la sparizione e l’omicidio della moglie Roberta Ragusa, 45 anni, è stato prosciolto dall’accusa di omicidio volontario e distruzione di cadavere dal gup di Pisa Giuseppe Laghezza «perché il fatto non sussiste». Il procuratore di Pisa ha annunciato il ricorso in Cassazione e un supplemento di indagini. La prova più consistente contro Logli è la testimonianza del giostraio Loris Gozzi, che ha raccontato di aver visto la notte della sparizione di Ragusa (venerdì 13 gennaio 2012) Logli in strada (lui ha sempre detto di non essere uscito di casa) litigare con una donna, probabilmente la moglie, che poi avrebbe spinto violentemente in auto, forse colpendola alla testa con lo sportello, per poi allontanarsi in fretta. Gozzi è stato il più attendibile dei testi dell’accusa e, anche se il suo passato giudiziario non è proprio candido, il suo racconto è stato confermato anche da altri testimoni.

Donne L’Italia è il tredicesimo Paese per presenza di donne in Parlamento e il quinto per percentuale di donne ministro. Sui 93mila incarichi politici in Italia poco più del 21% è ricoperto da donne. Ci sono più donne laureate che uomini (155 donne ogni 100 uomini) ma la percentuale di donne disoccupate o precarie è più alta rispetto alla percentuale di uomini. Poche le madri con un bambino che lavorano rispetto al resto dell’Europa (57,8% contro 63,4%) e soprattutto rispetto agli uomini (86%). Se poi i bambini crescono i numeri crollano al 35,5% (media Ue: 45,6%). Mentre l’occupazione maschile resta stabile sopra l’80%. I dati italiani migliorano quando si parla del Gender pay gap, ossia la misura del divario salariale fra generi: in Italia la situazione è fra le migliori del vecchio continente con solo il 7,3% di salario in meno per le donne (seppur in peggioramento visto che nel 2008 era al 4,9%), contro una media europea del 16,4%. Nel 2011 le donne presenti negli organi di amministrazione di società italiane quotate in Borsa erano meno di 200 (circa il 7,4%). Dopo l’approvazione della legge della parità di genere sono diventate 520 (Corbi, Sta).

(a cura di Daria Egidi)