Corriere della Sera, 5 marzo 2015
Pompei, sei milioni sequestrati all’ex commissario Marcello Fiori, responsabile dei club di Forza Italia. Sotto accusa per i lavori nel sito. Brunetta lo difende
In termini tecnici si chiama: sequestro conservativo. La procura regionale della Corte dei Conti della Campania lo ha eseguito ieri nei confronti di Marcello Fiori: quasi 6 milioni di euro (5 milioni 778 mila, per la precisione), per i danni compiuti quando, per due anni, è stato commissario straordinario di governo per la gestione dell’emergenza del sito di Pompei, dal 2009 al 2010.
Non hanno usato mezzi termini i procuratori della Corte dei Conti: le accuse nei confronti di Fiori sono di gestione fraudolenta e sistema di potere clientelare, consolidati e diffusi. Fiori ha avuto dalla magistratura contabile un «invito a dedurre» entro trenta giorni e insieme a lui hanno avuto altri «inviti a dedurre» nove dirigenti del ministero dei Beni Culturali e della regione Campania, tutti componenti della commissione che doveva approvare i piani degli interventi disposti dal commissario di Governo.
I nove membri sono: direttore generale per lo spettacolo Salvatore Nastasi, l’ex-soprintendente per i Beni archeologici di Napoli e Caserta Stefano de Caro, la funzionaria della direzione antichità Jeanette Papadopoulos, il segretario generale del Mibac Giuseppe Proietti, il dirigente della regione Campania Maria Grazia Falciatore, gli architetti Roberto Cecchi e Maria Pezzullo, il ricercatore universitario Bruno De Maria, il professor Raffaele Tamiozzo.
Marcello Fiori, oggi coordinatore nazionale dei club Forza Italia, ha respinto con forza le contestazioni: «Trovo abnorme questo provvedimento e infamanti le accuse. Mi batterò in tutti i processi in cui sarò coinvolto. L’unico motivo per cui è stato fatto questo provvedimento è perché il 31 marzo scadevano i termini della prescrizione. La Finanza ha accelerato i termini ma senza nessuna valutazione di merito».
Fiori ha fatto sapere di aver ricevuto da Berlusconi una telefonata di solidarietà: «Io ho rimesso a lui il mio mandato. E lui mi ha risposto: “Non scherziamo”». A suo favore anche l’azzurro Renato Brunetta: «È aberrante la bufala che abbiamo letto: non c’è stato nessun sequestro, bensì un provvedimento cautelativo».