Corriere della Sera, 5 marzo 2015
Renzi in Ucraina ha incontrato Poroschenko: «Rispettare la sovranità, l’Italia pienamente impegnata per la pace». Oggi il premier vedrà Putin al Cremlino
«Fate di tutto per dar forma ad una reale federazione ucraina che salvaguardi la vostra integrità, ma dia autonomia alle regioni filorusse». È anche questo il messaggio che ieri Matteo Renzi ha portato a Kiev, incontrando il presidente Petro Poroshenko, prima di volare a Mosca, dove oggi incontrerà sia il capo del governo Dmitri Medvedev che il presidente della Russia, Vladimir Putin.
In una staffetta diplomatica che si è ritagliato per sua volontà, preceduta da una conference call, due giorni fa, con il presidente Barack Obama e con Angela Merkel, ieri Matteo Renzi ha incontrato le massime autorità di Kiev portando il sostegno dell’Italia al processo di pace, promettendo aiuti economici al Paese, garantendo che Roma farà «ogni sforzo perché gli accordi di Minsk possano trovare piena efficacia e implementazione. L’obiettivo è un cessate un fuoco e il controllo delle frontiere e dei confini. La missione Osce è molto importante e l’Italia è il secondo gruppo impegnato».
Considerato nelle cancellerie internazionali, in alcuni casi, come troppo amico del Cremlino, o comunque non troppo duro nel sostenere le ragioni delle sanzioni economiche contro Mosca, rispondendo con la rivendicazione di un approccio innanzitutto pragmatico, il viaggio di ieri del presidente del Consiglio è servito anche a ricalibrare l’immagine dell’Italia rispetto alla crisi fra Kiev e Mosca. La ricerca di un’equidistanza, che oggi sarà completa con gli incontri al Cremlino, è stata apprezzata dal capo del governo ucraino, che ha ringraziato Renzi «per la posizione molto ferma e per il sostegno agli accordi di pace, che devono portare ad un cessate il fuoco assoluto con il monitoraggio dell Osce».
La tappa a Kiev ha avuto anche un concreto risvolto economico: sia con Obama, che con la Merkel, che con gli altri alleati del G7, Renzi ha discusso due giorni fa del rilievo cruciale dello sviluppo economico dell’Ucraina, «che deve tornare a crescere e noi faremo di tutto con le aziende, le imprese e le banche per dare il massimo supporto possibile alla ripresa del Paese». Sarà convocata, annuncia il premier a Kiev, «la commissione economica mista tra Italia e Ucraina, che da sei anni non si riunisce».
«Tutti vogliamo il rispetto dell’indipendenza e della sovranità dell’Ucraina. Siamo totalmente impegnati e interessati a che torni la pace in questo pezzo straordinario della nostra Europa, spero che il prossimo incontro bilaterale con l’Ucraina si svolga in Italia: vi accogliamo con grande gioia come voi ci avete accolto nella vostra bellissima città», ha aggiunto ieri Renzi, citando i sentimenti di amicizia fra i due popoli e i tanti immigrati ucraini in Italia.
Dal «leader saggio Petro», come lo ha definito, Renzi ha ricevuto anche la richiesta personale di perorare la liberazione della top gun ucraina, Nadia Savchenko, finita nelle prigioni russe, in sciopero della fame da 81 giorni. Ovviamente a Kiev Renzi ha ribadito che ogni passo in avanti nella crisi deve passare «per il rispetto della sovranità dell’Ucraina, attraverso il monitoraggio costante dei confini», e questo mentre da Bruxelles Angela Merkel ribadiva che «se gli accordi di Minsk vengono violati», l’Ue è pronta a varare nuove sanzioni. Insomma la tregua e il cessate il fuoco sono ancora fragili, nelle ultime ore ci sono state decine di violazioni degli accordi, «monitorare l’applicazione degli accordi di Minsk è una priorità» di cui oggi Renzi discuterà anche Putin, dopo aver deposto una corona di fiori nel luogo dell’assassinio di Boris Nemtsov.