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 2015  marzo 05 Giovedì calendario

Da Tavecchio a Sky, pressing sul Parma perché giochi nonostante tutto. Il sindaco Pizzarotti: «Con l’Atalanta in campo al 50%». Macalli: «Scioperano calciatori in Ferrari: una vergogna»

Il giallo Parma ha tanti indiziati d’assassinio, ma non ancora una soluzione: a tre giorni dalla partita con l’Atalanta, la percentuale che si giochi «è al 50%» sulla lavagna del sindaco Pizzarotti. Era scesa al 40% prima dell’incontro in Figc a Roma con Carlo Tavecchio e il dg della Lega Serie A Marco Brunelli. Il presidente federale si è impegnato in prima persona: domani sarà a Milano all’assemblea dei club e nel pomeriggio a Parma per ottenere il sì dei giocatori: «Abbiamo predisposto un piano – dice Tavecchio – per far sì che si giochi definitivamente. Mi recherò io stesso a Parma per illustrarlo alla squadra, sperando che venga accolto».
Prende posizione anche Sky: «Abbiamo pagato un’altra tranche, la quinta, dei diritti tv, malgrado non si sappia se il Parma giocherà ancora. Ora il campionato sia regolare». L’assemblea di domani deve trovare i fondi per garantire l’esercizio provvisorio dopo il fallimento. La pressione delle tv potrebbe piegare la resistenza dei club minori, dissidenti sul mutuo soccorso.
Meno diplomatico il vicepresidente federale Mario Macalli: «I giocatori si devono vergognare per aver ritardato le partite. Invece di uscire da Collecchio con Ferrari da 22 metri, bisognerebbe ritardare di mezz’ora l’inizio delle gare per i lavoratori dell’Ilva. Perché i calciatori di A non aderiscono al fondo di garanzia? Perché non fanno come quelli di B e Lega Pro che devolvono lo 0,5% dei propri ingaggi? Se mettessero 5mila euro a testa almeno si garantirebbe lo svolgimento delle gare». Replica Damiano Tommasi, capo dell’Aic: «Da un vicepresidente federale arrivano dichiarazioni di un qualunquismo preoccupante. In B e Lega Pro il contributo di solidarietà l’abbiamo chiesto e inserito nell’accordo collettivo, in A da 3 anni i club ce lo negano».
A Parma si è dimesso Pietro Leonardi che, dopo essere stato ad, aveva conservato solo la carica di dg nell’attuale gestione: «Le mie condizioni di salute, peggiorate negli ultimi tempi, e l’attuale situazione ambientale che si è mio malgrado venuta a creare, non mi consentono più di svolgere il mio lavoro proficuamente, non volendo oltretutto risultare d’impaccio all’attuale proprietà».
Non perde il sorriso, invece, Giampietro Manenti, che ieri a Milano ha parlato a Sky: «Io un bluff? Forse lo sono, forse no. Ma con un piano concreto e reale, dimostrabile, secondo me il Parma non fallisce. Stiamo preparando i documenti da presentare in Procura e cercheremo nei prossimi giorni di iniziare già a fare dei pagamenti». Il presidente del Coni Giovanni Malagò, ad Agorà, lo definisce «fantascientifico e pittoresco personaggio in fondo alla catena» e s’augura che i presidenti «trovino il modo di salvaguardare almeno la parte sportiva e dare una regolarità al campionato. La vicenda, più che grottesca, direi che è inverosimile. Dopo il Siena, era doveroso intervenire». Degli altri Manenti non si cura ma guarda e passa: «Mi interessano i commenti delle persone con cui opero, sono 24 anni che lavoro nell’Est Europa e si contano su una mano quelle che parlano male di me». Il socio di minoranza Energy T.I. Group intanto ha ottenuto la nomina di un curatore speciale, il commercialista Mauro Morelli.