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 2015  marzo 03 Martedì calendario

Aerei per Aosta, elicotteri per Roma. I mezzi di Renzi scatenano le polemiche. C’è chi dice che dovrebbe imparare da Mattarella, chi gli chiede «Quanto ci costi?», e chi sostiene che la sicurezza fa parte del protocollo di Stato. Ma a lui non frega niente: «Se qualcuno vuole fare campagna su questo si accomodi, la faccia pure. Il presidente del Consiglio non solo ha usato, ma usa e continuerà ad userà i mezzi a sua disposizione»

Se ne parlava al bar, ieri mattina. E così l’ha scoperto Massimiliano Dindalini, che è stato il sindaco di Civitella della Chiana, in provincia di Arezzo, e ora è il segretario provinciale del Pd. «Oh Dindalini, è arrivato il tuo presidente. C’è l’elicottero di Renzi parcheggiato al campo sportivo». Erano le 9 del mattino.
L’elicottero bianco del 31° stormo dell’Aeronautica, in uso alla presidenza del Consiglio dal 2010, una versione extralusso destinata esclusivamente agli spostamenti del Papa, del Capo dello Stato e delle quattro alte Cariche dello Stato, era appena atterrato sul campetto in erba sintetica del “Victoria spa Beauty and Fitness”. Che sia stato un problema tecnico come le agenzie di stampa sapevano al mattino, oppure se il pilota si sia preoccupato per il peggioramento del tempo come hanno tenuto a precisare l’Aeronautica militare e la Presidenza del Consiglio, forse è un dettaglio di poco conto. Comunque è stato un atterraggio di emergenza.
A Civitella la voce s’è sparsa come un lampo. Nel frattempo al cospetto dell’elicottero era arrivato Davide Grazzini, il titolare dei campi sportivi, che ha sentito dire che s’era trattato di un guasto.
Si sono precipitate le auto dei carabinieri, che poi avrebbero accompagnato il premier e il sottosegretario Luca Lotti a Roma. Ed è arrivato Dindalini, che ha scattato una foto all’elicottero con il cellulare e l’ha messa su Twitter: «Questa mattina visita improvvisa del presidente del Consiglio. Caro @matteorenzi, capisco la fretta, prima di tutto l’Italia, però la prossima volta che atterri a Civitella concedici il tempo per offrirti un caffè».
Ecco, prima di tutto l’Italia. Che però in qualche caso non ha accolto la notizia dell’atterraggio di emergenza con uguale empatia. Non sono mancati, anzi, quelli che hanno criticato come Giovanni Toti di Forza Italia («Spiace per brutta avventura. Ma aerei per Aosta, elicotteri per Roma. Meglio volare basso e con mezzi pubblici. Mattarella docet»), oppure Beppe Grillo («Quanto ci costi? Renzie sta facendo le prove per quando dovrà fuggire dagli italiani inferociti per essersi resi conto delle balle che racconta, ma forse a quel punto il Renzicottero non basterà»), o ancora Giovanni Donzelli, Fratelli d’Italia («Usando l’elicottero di Stato impiega pure più tempo del treno»).
Malignità. È una prerogativa del presidente del Consiglio, infatti, volare con gli aerei e con gli elicotteri di Stato. Lo prevedono i protocolli di sicurezza. In un Paese che ha innalzato alle stelle le misure antiterrorismo – fanno notare ambienti del governo – muovere il premier con i mezzi di linea imporrebbe tali e tante limitazioni ai comuni passeggeri che le polemiche sarebbero garantite lo stesso. E Renzi non ha preso bene le polemiche. «Se qualcuno vuole fare campagna su questo – s’è sfogato – si accomodi, la faccia pure. Il presidente del Consiglio non solo ha usato, ma usa e continuerà ad userà i mezzi a sua disposizione».
Quanto il premier faccia uso di voli blu, comunque, è segreto di Stato. Un presidente del Consiglio non è tenuto a chiedere l’autorizzazione a nessuno e neppure a darne conto. I resoconti sui voli di Stato riferiscono esclusivamente di chi ha avuto la sua delega, non quelli del delegante. E infatti, che il 30 dicembre scorso Renzi abbia viaggiato con un jet militare da Roma ad Aosta, con tappa a Firenze per raccogliere la famiglia e andare tutti a sciare, s’è saputo grazie alle indiscrezioni di un insider alla Snowden.