Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 02 Lunedì calendario

Renzi conferma il viaggio in Russia: «Sarebbe un errore ora isolare Mosca». L’obiettivo della missione è coinvolgere anche Putin nella battaglia anti-Isis. Il premier italiano deporrà fiori sul luogo dell’omicidio di Nemtsov

I fiori sul luogo dell’agguato mortale a Boris Nemtsov prima di incontrare Vladimir Putin e dopo aver visto a Kiev il primo ministro ucraino Poroshenko. L’annuncio, dato ieri pomeriggio da palazzo Chigi, è servito a mettere a tacere coloro che nutrono dubbi sull’opportunità della visita che Matteo Renzi farà mercoledì e giovedì a Mosca.
OBIETTIVO
Ad annullare il viaggio Renzi non ci pensa proprio anche se non sottovaluta la gravità del «barbaro omicidio». D’altra parte i riflettori che tutte le capitali occidentali – Bruxelles in testa – hanno acceso sulla prima missione russa del presidente del Consiglio italiano, non gli dispiacciono. Alzare il rating della politica estera italiana è l’obiettivo che il Rottamatore si è dato in questo secondo anno di permanenza a palazzo Chigi. La cancellazione della visita, a seguito dell’omicidio di Nemtsov, significherebbe per palazzo Chigi attribuire al capo del Cremlino una responsabilità diretta tutta da verificare. L’obiettivo della missione resta invariata e l’eventuale sovrappiù di disponibilità che Putin potrà dare, in un momento di debolezza internazionale, potrebbe venir utile. Al centro dei colloqui – una volta riscontrata la volontà di Putin di fare chiarezza sino in fondo sull’omicidio dell’oppositore – la crisi in Ucraina e l’escalation del terrore attuato dall’Isis anche in Libia.
L’impegno da parte di Putin a schierare il proprio Paese a fianco dell’Occidente per combattere il califfato del terrore, è l’obiettivo principale del viaggio di Renzi anche in vista della prossima riunione dell’Onu dove il voto della Russia è decisivo per creare un fronte comune che autorizzi una missione dei caschi blu, una volta che le varie tribù libiche hanno trovato un’intesa per guidare insieme il Paese. Evitare lo stallo in consiglio di sicurezza, dove Mosca ha diritto di veto, significa porre le basi per uno sforzo internazionale comune contro il terrore dell’Isis.
Renzi ha incontrato per la prima volta Putin ad ottobre dello scorso anno nel corso del vertice Asem e poi al G20 australiano, ma quello di giovedì sarà il primo faccia a faccia tra due leader che non si conoscono. Per anni Putin ha gestito i rapporti con l’Italia grazie a due primi ministri, Berlusconi e Prodi, che con la Russia vantavano un rapporto consolidato, seppur costruito in modi e tempi diversi. «La Russia è stata decisiva nel conflitto in Siria. È nel consiglio di sicurezza dell’Onu con diritto di veto e voglio provare a riportare Putin a sedere al tavolo internazionale», ha sostenuto Renzi poche settimane fa. Il rispetto delle intese raggiunte di recente a Minsk rappresentano per il presidente del Consiglio la base di partenza di un possibile riavvicinamento. Una posizione, quella italiana, che si colloca tra quella”russofona” di Germania e Francia e l’ala più dura guidata dalla Polonia e dai paesi balcanici.
ISOLAMENTO
Per Renzi l’altissimo consenso di cui gode Putin in patria è anche frutto di «quell’esasperata emarginazione» che l’Occidente ha decretato con le sanzioni. Misure di embargo che Mosca lamenta essere state prese nel pieno del semestre europeo a guida italiana. Dopo aver vinto la battaglia della Mogherini – che scontava un presunto eccesso di feeling tra Roma e Mosca – e un anno di condivisione a distanza delle scelte fatte da Berlino e Parigi, Renzi intende muoversi in maniera più autonoma scongelando i rapporti non solo con Mosca ma anche con molti dei paesi della cinta sovietica. A cominciare dalla Bielorussia di Lukashenko, paese diventato per l’Europa sede del dialogo Est-Ovest. Renzi è consapevole come l’omicidio di Nemtsov rischi di allontanare la Russia dall’Occidente, ma è anche convinto che sarebbe pericoloso accentuare l’isolamento di un Paese in piena deriva nazionalista. Arrestare gli assassini e trovare il movente che allontani i sospetti sul Cremlino, sono per Renzi le richieste che l’Occidente deve fare a Putin affinché eviti si ripeta un caso Politkovskaja. La giornalista russa uccisa nel 2006 alla quale Putin, come unico”risarcimento”, ha dedicato le olimpiadi di Sochi.