Corriere della Sera, 2 marzo 2015
La lunga marcia russa. A Mosca 52mila persone sono scese in piazza per commemorare il leader dell’opposizione Boris Nemtsov. Intanto Putin promette che sarà fatto di tutto per individuare l’assassino e la Procura offre una ricompensa di circa 40 mila euro a chi fornirà elementi decisivi
Decine di migliaia di moscoviti, forse più dei 50 mila autorizzati dal Comune, hanno marciato ieri fino al ponte dove venerdì sera il leader dell’opposizione Boris Nemtsov è stato brutalmente assassinato con quattro colpi di pistola. Giovani, famiglie intere, tutti quei russi che chiedono un cambio di passo alle autorità e che per la loro opposizione vengono sempre più spesso bollati come «agenti nemici», «quinta colonna» o, peggio, «traditori della patria». È in questo clima di odio alimentato dalle televisioni e dai giornali controllati dal potere che, secondo gli amici di Nemtsov, è stato attuato il piano per eliminarlo.
La polizia ha dichiarato che alla marcia hanno partecipato 21 mila persone, ma gli organizzatori parlano di settantamila. Per entrare nella piazza Slavianskaya da dove è iniziata la manifestazione, era necessario passare attraverso uno dei quaranta metal detector installati. Accanto a ogni varco si era piazzato uno degli organizzatori che aveva l’incarico di tenere il conto dei passaggi. Sarebbero state 52 mila le persone affluite nella piazza alle tre del pomeriggio. Altri manifestanti erano già sul ponte.
Ancora fiori, foto del cinquantacinquenne leader politico e tanti cartelli con su scritto «Non dimenticheremo e non perdoneremo», «Gli eroi non muoiono mai». Quest’ultimo è lo stesso slogan ripetuto a Kiev per commemorare i manifestanti uccisi durante le proteste di un anno fa che portarono alla fuga del presidente Viktor Yanukovich e all’inizio del conflitto in Ucraina orientale.
I partecipanti alla marcia non sembrano avere dubbi su chi sia dietro l’omicidio. «È stato il presidente Putin a creare questa atmosfera di odio nel Paese», ha dichiarato Ilya Yashin, compagno di lotte politiche del defunto leader.
Il comitato investigativo della Procura però sembra puntare il dito unicamente verso l’opposizione. Un omicidio per mettere in difficoltà Putin e per rilanciare le proteste di piazza.
Gli investigatori hanno perquisito lo studio dell’esponente politico e sequestrato il suo computer.
La rete televisiva Tv Tsentr ha diffuso un filmato di una telecamera di sicurezza che inquadra da lontano il ponte di fronte al Cremlino dove è avvenuto l’agguato. Secondo i giornalisti della tv, nel filmato si vede l’assassino che si nasconde dietro uno spazzaneve e che entra in azione quando il mezzo affianca la coppia che cammina sul marciapiede. Poi l’uomo viene raccolto da una macchina che si ferma in strada e che riparte immediatamente.
Vladimir Putin ha promesso che sarà fatto di tutto per individuare l’assassino e la Procura ha offerto una ricompensa di circa 40 mila euro a chi fornirà elementi decisivi. Domani ci saranno i funerali di Nemtsov e una parte della Russia si fermerà nuovamente. Ma sarà, come ieri, una parte decisamente minoritaria. Per la stragrande maggioranza, Boris Nemtsov, come tutti quelli che protestano contro l’intervento in Ucraina, sono il nemico.