Corriere della Sera, 27 febbraio 2015
Il paradosso delle primarie campane. Come finirà? Cozzolino, che è favorito alle primarie, non lo è nello scontro finale con Caldoro. Tutto il contrario, invece, per De Luca
Indette le primarie, l’impressione è quella di un fuggi fuggi generale. O quasi. È dall’inizio di questa settimana, da quando il Pd, stremato da continui rinvii, ha preso atto che alle urne non c’erano più alternative; mentre i primi manifesti già annunciavano l’apertura dei seggi per domenica primo marzo; e mentre la stampa delle schede elettorali era ormai iniziata, che in Campania succedono molte cose strane.
La prima. Massimo Paolucci, eurodeputato di antica fede bassoliniana, poi dalemiano, ha reso note le sue dimissioni dal partito. Lui, entrato nel Pci con i calzoni corti e protagonista locale di tutte le evoluzioni di quella storia, se n’è andato perché soffocato dal fango prodotto dalla macchina elettorale. Parola più, parabola meno, è proprio questo il senso del suo addio: troppe spese pazze, troppi inciuci e perfino troppe foto di alcuni candidati a braccetto con esponenti del centrodestra. Anzi, a sentir lui, del peggior centrodestra, quello di Nicola Cosentino, non più parlamentare, privo di ogni carica di partito, sotto processo per sospetta collusione con i Casalesi, ma evidentemente ritenuto ancora assai influente. Di tutto questo, Paolucci si è accorto solo a primarie ufficialmente indette. Non prima.
La seconda. Guglielmo Vaccaro, lettiano, nemico giurato del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, e non in buoni rapporti con l’altro concorrente favorito, l’eurodeputato Andrea Cozzolino, sorprende tutti con una dichiarazione: «Tra me e il segretario Renzi – dice – c’è una totale identità di vedute: ambedue sappiamo che per la democrazia e l’integrità delle casse pubbliche Caldoro è meglio di De Luca e Cozzolino. Ma lui non lo può dire. Mentre io che ho qualche responsabilità in meno posso dire anche le verità più scomode». Caldoro è il governatore uscente, il candidato di Berlusconi. Prevedibile l’epilogo: dopo qualche ora, anche Vaccaro ha lasciato il Pd.
La terza, la più clamorosa. Gennaro Migliore, astro nascente prima del bertinottismo, poi del vendolismo e ora del renzismo meridionale, annuncia la ritirata. Erano stati proprio i renziani napoletani a convincerlo. Proponiti, gli devono aver detto, e vedrai che sul tuo nome riusciremo a trovare l’ampia convergenza necessaria per fare l’ en plein : annullare le primarie, liberarci degli scomodi De Luca e Cozzolino e marciare vittoriosi verso palazzo Santa Lucia, sede della giunta regionale. Migliore ci crede, si candida, mostra il petto, giura di non temere le primarie e fa dichiarazioni assai impegnative. Tipo: «Indietro non si torna»; «Considero indispensabile il valore delle primarie»; «Mi sento espressione di una generazione che è stata completamente cancellata in questi anni». Bene. Ma com’è che uno così motivato, dopo un breve incontro con Renzi, poi alza bandiera bianca? «Non ci sono più le condizioni», risponde. Vuol dire questo. Che Migliore è stato «tradito» proprio dalla sua generazione di trenta-quarantenni, quella dei Francesco Nicodemo e delle Pina Picierno. La stessa generazione che, soppesata in un secondo momento la debolezza elettorale di Migliore, ha tentato di proporre un altro candidato unitario: Gino Nicolais, attuale presidente del Cnr. Ma neanche sul nome di Nicolais è stato poi raggiunto l’accordo di maggioranza utile per annullare le primarie. E a mancare pare siano stati proprio i voti determinanti di Migliore e dei «neomiglioristi». Inciuci, tradimenti, vendette, insomma. Mentre si annunciano nuovi colpi di scena: Nello Di Nardo, altro candidato di Italia dei valori, ha appena chiesto al partito se non sia il caso di desistere.
Il risultato è un paradosso grande quanto una casa. Nel Pd campano, i rottamatori che non volevano De Luca e Cozzolino, si sono autorottamati. E gli oligarchi, come De Luca e Cozzolino, brindano alla rivolta antioligarchica, intendendo per tali tutti i dorotei, i dalemiani, i lettiani e i renziani che hanno giurato guerra alle primarie. Come finirà? Cozzolino, che è favorito alle primarie, non lo è nello scontro finale con Caldoro. Tutto il contrario, invece, per De Luca.