Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  febbraio 26 Giovedì calendario

La Ue promuove la legge di Stabilità italiana • Il governo frena sull’opa alle antenne di Rai Way • Una decina di combattenti addestrati in Siria e tornati in Italia • I trenisti pagati di più per fare ritardo • Dalla vendita delle autoblu finora lo Stato ha incassato 700mila euro • Cade il segreto bancario del Liechtestein


Stabilità L’Italia ha ricevuto il via libera dalla Commissione europea per il suo piano di Stabilità 2015: nessuna procedura d’infrazione per debito eccessivo. Con una lettera, l’Ue ha chiesto al governo Renzi di «continuare negli sforzi di riduzione» del debito salito fino al 132,2% del Pil. Secondo le regole Ue i governi europei devono ridurre il loro debito ogni anno di un dodicesimo della differenza tra il 60% e il livello attuale entro il 2020. Comunque Bruxelles ha tenuto conto del piano di riforme «sufficientemente consistente» presentato dal governo Renzi, del loro «effetto positivo», e in particolare della riforma del Jobs act sul mercato del lavoro. Nella fotografia più generale presentata dalla Commissione, 16 Paesi europei hanno squilibri macroeconomici, e perfino la ricca Germania vede peggiorare i propri conti. Il Belgio ha ottenuto, come l’Italia, un’assoluzione. Mentre la Francia, terzo Stato sotto la lente d’osservazione, apprenderà la sua sentenza lunedì prossimo, ma già si sa che avrà tempo fino al 2017 per correggere il suo deficit, oggi al 5% del Pil, e riportarlo sotto il 3%.

Rai Way L’offerta pubblica di acquisto e scambio (opas) per la rete di diffusione del segnale Rai sul territorio italiano presentata da Ei Towers (ovvero Mediaset, che ne controlla il 40%) non potrà andare interamente in porto così com’è stata formulata con la richiesta di acquisto del 66% (vedi Fior da Fiore di ieri). Il governo è stato chiaro: il 51% resta pubblico.

Borsa La Ei Towers che ha lanciato l’opas nella notte tra martedì e mercoledì, ieri ha segnato in Borsa +5,26%, trascinandosi anche la controllante Mediaset (+1,35%). Dal canto suo Rai Way si è avvicinata al prezzo di offerta di 4,50 euro (3,13 in contanti, il resto in azioni Ei Towers), chiudendo a 4,05 euro (+9,46%). Il risultato è clamoroso specialmente per la controllata Rai: +52% dalla quotazione del 18 novembre. Ma sul mercato si assiste da tempo a una autentica corsa alla conquista delle torri, cioè alle reti fisiche di antenne e celle che consentono di ricevere i segnali tv del digitale terrestre, delle radio, dei telefoni mobili. Si tratta di un’infrastruttura strategica per il Paese, che rende molto e che può offrire nuove possibilità di guadagni con l’evoluzione delle tlc. In particolare sono appetite le reti cellulari, più evolute rispetto a quelle tv (cosiddette «broadcasting»), che operano in un settore considerato maturo. Oggi il mercato italiano è frammentato: le 58.300 torri installate appartengono per oltre un quarto a testa a Telecom Italia e Vodafone, poi seguono Abertis, H3g, Wind, e in coda Mediaset (2.700) e Rai (2.300). In altri Paesi esistono solo uno-due campioni nazionali, dalle dimensioni colossali: in Usa i gruppi American Towers e Crown Castle valgono 33 e 25,4 miliardi di euro. Secondo alcuni, qualora Mediaset non riuscisse nell’operazione Rai Way (e il governo ha già opposto uno stop) gli 800 milioni di finanziamento che le banche hanno messo a disposizione di Mediaset potrebbero essere dirottati verso le antenne di Telecom Italia, che secondo indiscrezioni sarebbero il vero obiettivo di Berlusconi. Il mercato ha fiutato l’affare e Telecom ieri ha guadagnato l’1,5% (Massaro, Cds).

Allerta Sono una decina i combattenti rientrati in Italia dopo essersi addestrati in Siria o in Iraq, potenziali «lupi solitari» che potrebbero entrare in azione per conto dell’Isis. Il capo della polizia, Alessandro Pansa, dice che sono «soggetti pericolosi, nei confronti dei quali c’è massima attenzione e strumenti per controllarli in maniera adeguata». L’allarme è al livello massimo.

Treni Denuncia anonima di tre macchinisti della Trenord sulla tratta Milano-Cremona-Mantova: «Su questa linea, ogni volta che un treno accumula 20 minuti di ritardo ci fa guadagnare 13 euro. La puntualità non è redditizia per il nostro stipendio». Infatti l’articolo 54 del contratto aziendale premia con più soldi chi fa più ore di lavoro. In Trenord (4.200 dipendenti in totale), a differenza che in Trenitalia, la retribuzione è proporzionata alle ore di lavoro: la prima è pagata 6 euro, la terza 9, la quarta 12. In più c’è il cosiddetto «bonus di condotta»: 15 euro al raggiungimento della terza ora di guida, 25 alla quarta, 30 alla quinta e così fino ai 40 euro per la settima ora. Quindi alcuni macchinisti furbi (25-30 su 1.200) hanno tutto l’interesse a provocare ritardi (Cds).

Auto Oggi altre 33 autoblu verranno messe all’asta su eBay. Si tratta di Alfa Romeo, Bmw, Fiat e Lancia immatricolate tra il 2002 e il 2012. Con lo stesso sistema finora sono state date vie 82 vetture su 118 non considerate più necessarie: 35 Bmw, 21 Lancia, quindici Alfa, 6 Audi (delle quali 4 blindate), 3 Subaru e 2 Jaguar. L’operazione ha fruttato allo Stato 701mila euro finiti in un fondo speciale per l’abbattimento del deficit. La base di partenza dell’asta è stata mediamente di 7.288 euro a vettura, mentre quella conclusiva di 8.561. Questo significa che i rilanci hanno permesso allo Stato di incassare 104mila euro in più rispetto ai prezzi iniziali. Tre auto, tra cui un’Audi A6 Security blindata giù in uso a un presidente emerito, sono state vendute in Germania, 2 sono finite in Francia. Le vendite sono state omogenee sul territorio italiano, con 23 veicoli andati al Nord, 24 al Centro e 30 al Sud. Non sono state invece piazzate le Maserati blindate superlusso, volute nel 2011 dall’allora ministro della Difesa Ignazio La Russa per la cifra di 117mila euro ciascuna. Forse perché la loro base d’asta era alta: 90mila euro l’una (D’Argenio, Rep).

Segreto Anche in Liechtenstein è stato tolto il segreto bancario. Oggi il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan siglerà con il primo ministro del principato, Adrian Hasler, un accordo per lo scambio di informazioni fiscali (prima su richiesta, poi dal 2017 automatico) secondo lo standard Ocse, simile a quello chiuso con la Svizzera.

(a cura di Daria Egidi)