la Repubblica, 26 febbraio 2015
I due uomini di punta della Lega, Salvini e Tosi, hanno fatto entrambi il liceo classico. Il dato fa sorridere se si ripensa alla ormai ventennale menata sulla Lega “popolana” che si contrappone ai fighetti radical chic
I due uomini di punta della Lega, Salvini e Tosi, hanno fatto entrambi il liceo classico. Salvini il mio stesso liceo milanese, anche se – beato lui – quasi vent’anni dopo. La circostanza, ovviamente, è puramente casuale e non ha alcun rilievo statistico; ma fa sorridere se si ripensa alla ormai ventennale menata sulla Lega “popolana” che si contrappone ai fighetti radical chic. Esiste una ricchissima pubblicistica fondata su questo concetto, un vero e proprio tormentone. Come ho spesso e inutilmente scritto (ognuno ha le sue fissazioni) l’analisi dei dati elettorali basta e avanza a distruggere quel luogo comune: nei quartieri benestanti prevale il centrodestra. Tra le ville sui colli di Bologna il Pci non ha sfondato nemmeno negli anni d’oro, ai Parioli di rosso non ci sono neanche i semafori, l’unica circoscrizione di Milano dove Pisapia non ha prevalso è (ovviamente) il centro storico, dove vivono i signori e dove Salvini ha fatto il classico. Per la propaganda ventennale che ha imposto l’idea di una destra di popolo e di una sinistra di salotto, il Bossi prima diplomato per corrispondenza alla Radio Elettra e poi falso medico rispondeva perfettamente al copione. Tanto quanto il miliardario Silvio che possiede le case editrici ma non legge libri. Ma Salvini? Basteranno le felpe e i modi bruschi? E se qualcuno si accorge che ha studiato Ovidio?