ItaliaOggi, 24 febbraio 2015
La storia dell’ecuadoregno senza una gamba che vive nel suo paese con 500 euro al mese di invalidità pagati con i nostri soldi
Un medico del lavoro, del tutto attendibile, mi ha raccontato questa storia che descrive bene lo scialo demente attuato nel nostro paese con la complicità di una legislazione decisa da sconsiderati buonisti, con i soldi di tutti. Un signore di 70 anni, ecuadoregno, si ricongiunge con il figlio che, da un anno e mezzo, lavora regolarmente in Italia. Si presenta alla visita medica per denunciare la sua invalidità. In effetti, gli manca una gamba. Il medico, accertato che l’amputazione risale a molto tempo prima, chiede al figlio che lo accompagna: «Quando c’è stato l’incidente?». Il figlio risponde: «Quando aveva 16 anni, è caduto in motorino». Il medico conclude che non ha diritto all’indennità di accompagnamento di 500 euro al mese. Ma l’amputato fa ricorso e gli viene riconosciuto. L’assegno mensile adesso lo raggiunge in Equador, dove è ritornato, e dove, con 500 euro, si vive alla grande. Attualmente in Italia c’è la mamma dell’immigrato. Farà la cataratta gratis e poi tornerà anch’essa nel paesello natio. Salvo complicazioni. O aggiunte