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 2015  febbraio 24 Martedì calendario

Je suis Paris. Antonio Di Bella racconta la sua Parigi, quella del numero 13 di rue de Bourgogne dove, ai tavoli del ristorante l’Assemblée, si decide il destino dei socialisti al governo fino al 34 di rue des Archives dove ha sede il quartier generale del Front National, passando per il giornale Libération e lo studio di Piketty i 1665 gradini della Tour Eiffel. Un guida che racconta la città attraverso le tensioni sociali, poco romantica ma forse ancora più ricca di fascino

«Se la Tour Eiffel potesse parlare, vi racconterebbe di quando Adolf Hitler in persona si recò a Parigi per vederla (…). Dopo essersi fatto riprendere dalle cineprese sul Trocadéro con vista sulla torre, chiese di salirci. Invano. Gli ascensoristi risposero che tutti gli ascensori erano guasti e che se avesse voluto salire avrebbe dovuto farlo a piedi: 1665 gradini». Il guasto era inventato, ma bisognava salvare quel poco che restava dell’onore della Francia, racconta Antonio Di Bella nell’introduzione a Je suis Paris (Mondadori – Rai Eri, 132 pagine, 16 euro), che esce martedì 24 febbraio. Je suis Paris allude evidentemente allo slogan «Je suis Charlie» dei milioni scesi in piazza dopo gli attentati di inizio gennaio: omaggio a una mobilitazione senza precedenti, e chiave di lettura del libro. Di Bella, capo dell’ufficio di corrispondenza Rai di Parigi dopo le esperienze a New York e alla direzione di Tg3 e Rai3, fa parlare alcuni indirizzi della capitale francese, fondamentali ma molto meno conosciuti della Tour Eiffel: dal quai d’Anjou nell’Île Saint Louis, approdo dell’emiro del Qatar che ha acquistato la squadra del Paris Saint-Germain e non solo, al numero civico 13 di rue de Bourgogne dove, ai tavoli del ristorante l’Assemblée, si decide il destino dei socialisti al governo. È una Parigi meno scontata, apparentemente poco romantica ma forse ancora più ricca di fascino: la città delle tensioni sociali, di un vecchio modello produttivo che si deteriora e degli economisti che offrono nuove soluzioni. Di Bella è una guida unica, perché accompagna il lettore nei luoghi lontani dai cliché turistici: in rue Béranger, sede del giornale Libération attraversato in pieno da una crisi editoriale planetaria, ma anche in boulevard Jourdan, nello studio di Thomas Piketty, che critica il capitalismo di oggi e riesce a ottenere un successo straordinario negli Stati Uniti. 
La Parigi di Di Bella è anche quella della sede del Front National, ma soprattutto dei grandi nomi dell’arte e dell’architettura internazionali, come Renzo Piano – il «Robinson Crusoe» di Genova – che ha stabilito il suo quartier generale al 34 di rue des Archives. E ancora, ecco rue Mario Nikis, la sede dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea: qui, il 12 novembre 2014, si è festeggiato il successo della missione spaziale Rosetta. «Forse l’unico luogo – scrive Di Bella – dove è stata acclamata in modo unanime una vittoria dell’Europa».