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 2015  febbraio 23 Lunedì calendario

Ai banchetti di Netanyhau gli invitati erano fantasmi. Secondo Manny Naftaly, il suo ex maggiordomo, gonfiava il numero di ospiti alle cene ufficiali per ottenere maggiori rimborsi dalla cassa del cerimoniale. Inoltre il premier pagava cifre esorbitanti per le pulizie della residenza di Gerusalemme al fine di ottenere da uno dei dipendenti di occuparsi anche della casa del padre della moglie. Rivelazioni che potrebbero costargli un’accusa di truffa allo Stato

Sospetti di truffa ai danni dello Stato: il premier israeliano Benjamin Netanyahu viene investito da un nuovo scandalo che potrebbe innescare un’indagine penale nei suoi confronti.
SPESE GONFIATE
Al centro della vicenda c’è Manny Naftaly, l’ex maggiordomo della residenza del premier a Gerusalemme che ha rilasciato una deposizione di 12 ore descrivendo nei dettagli comportamenti di Benjamin e Sara Netanyahu alla soglia dell’illegalità. In particolare Naftaly ha affermato che il premier pagava cifre esorbitanti per le pulizie della residenza al fine di ottenere da uno dei dipendenti di occuparsi anche della casa del padre della moglie.
Inoltre il premier e la First Lady gonfiavano il numero degli «ospiti» ricevuti nella residenza per ottenere maggiori rimborsi dalla cassa del cerimoniale e, sempre allo stesso fine, molti degli «invitati» israeliani venivano registrati come «stranieri» in quanto ciò consente di sostenere spese doppie. E ancora: la First Lady Sara spesso ricorre a servizi di ristorazione esterni - andando incontro a spese per migliaia di dollari - sebbene la residenza abbia un proprio chef, pagato dallo Stato.
SCHIAFFO
La testimonianza dell’ex maggiordomo è definita una «montagna di falsità» dai portavoce di Netanyahu ma il capo della polizia, Yohanan Danino, afferma che «vi sono prove a sufficienza per aprire un’indagine formale sui sospetti di frode».
A tre settimane dal voto politico, e con il maggiordomo protetto da un accordo con gli inquirenti che gli garantisce l’immunità, Netanyahu si trova ad attendere la decisione di Yehuda Weinstein, consigliere legale del governo, che potrebbe decidere di formulare accuse penali sulla base del rapporto di Joseph Shapira, responsabile della contabilità. Il sospetto di «spese fuori controllo ed irregolari» porta gli investigatori a pianificare testimonianze di altri ex dipendenti della residenza del premier, dando maggiore rilievo alle precedenti rivelazioni sull’abitudine della First Lady di restituire ai supermercati le bottiglie dei liquori acquistati dal marito per intrattenere gli ospiti, al fine di ottenere rimborsi per i vuoti. Nel tentativo di proteggersi dall’impatto pubblico di una vicenda, che ha larga eco sui media nazionali, Netanyahu si è rivolto a Moshik Galamin, un popolare designer arruolato per uno spot tv che lo vede girare nella residenza di Balfour Street rendendosi conto di persona delle precarie condizioni in cui versa: dalle tende rovinate ad una cucina in precarie condizioni. Fino al punto da far dire a Galamin che «assomiglia ad una scuola romena degli anni 50».
Bersagliato dalle rivelazioni e assediato dai media, Netanyahu torna però in vantaggio nei sondaggi: per l’agenzia demoscopica «Geocartografy» se si votasse oggi il suo Likud otterrebbe 27 seggi, contro i 23 del centrosinistra, registrando un balzo in avanti rispetto alle previsioni che finora indicavano un serrato testa a testa per la guida del prossimo governo.