il Fatto Quotidiano, 20 febbraio 2015
Ormai Le invasioni barbariche è visto solo da chi vive su Twitter: finisce sempre nei trending topics, poi però lo share mette tenerezza. Va però detto che l’intervista al ministro Madia era effettivamente rutilante
Daria Bignardi aveva promesso una serata imperdibile. Ha detto proprio così, due sere fa, prima che Le invasioni barbariche cominciasse: una puntata imperdibile, perché “ci sarà un’intervista a una persona che concede pochissimi faccia a faccia”. Wow. E chi sarà mai? Il Dalai Lama? Jeeg Robot d’acciaio? No, Marianna Madia. E in effetti, un po’ in tutta Italia, si avvertiva il bisogno di un faccia a faccia con il ministro Madia. Era davvero il sogno di tutti. Peccato solo che, a guardare gli ascolti (3.05%), l’evento fosse imperdibile per pochi.
Ormai Le invasioni barbariche è visto solo da chi vive su Twitter: finisce sempre nei trending topics, poi però lo share mette tenerezza. Va però detto che l’intervista al ministro Madia era effettivamente rutilante. L’evento è stato inframmezzato da una prova attoriale di Beppe Severgnini, durante la quale i microfoni – gufi e disfattisti – hanno smesso di funzionare.
La Madia, durante la conversazione, ha continuato a fingersi ingenua e svampita per suscitare simpatia. Certo, a volte negli anni ha esagerato, per esempio quando scambiò un ministero per un altro, ma la tecnica è redditizia: la sua scalata al potere si conferma inarrestabile. Aiuta, forse, anche quel suo stile vagamente vittoriano e antico, da comparsa de L’età dell’innocenza scartata al casting da Martin Scorsese.
Ascoltiamola: “Non so quando, ma arriveremo al matrimonio tra persone dello stesso sesso” (intanto, per non ferire Alfano, i temi etici sono stati accantonati. Altrimenti il governo cade). “Sono cattolica praticante, amo la vita di Gesù” (buono a sapersi). “Di Battista? Caro amico no, ma abbiamo fatto i catechisti insieme a 20 anni in una parrocchia a Roma”. L’amicizia, però, è finita all’improvviso: “Poi lui se n’è andato nelle Ande” (e qui, in tutta onestà, non si riesce a criticare il deputato 5 Stelle per aver preferito le Ande alla Madia). La Bignardi ha incalzato – ci sia concesso l’eufemismo – il ministro sullo stringente tema Di Battista: “L’ho perso di vista, poi un giorno l’ho ritrovato eletto in Parlamento con i Cinque Stelle. Loro sono strani, non so se lo hai visto. È come se, per esempio, Di Battista reciti una parte”. Attenzione, però: i 5 Stelle sono “strani”, però in fondo sono normali anche loro: “Secondo me singolarmente sono più normali di come appaiono”. Capito? Se li incontri, e magari prima di incontrarli segui anche una profilassi malarica, i 5 Stelle sono “più normali di come appaiono”. Hanno due gambe, due braccia, due mani. Come la Madia.
Davvero rivelazioni “imperdibili”. Come molte altre: “I miei funzionari ridono, ridono sempre” (come non capirli); “La pubblica amministrazione è la vita quotidiana di tutti i cittadini, migliorarla è un dovere” (parole forti); “Sono stata in discoteca solo una volta e ho avuto pure uno choc acustico” (questo, un po’, si intuiva). Infine: “La storia passava in quel momento e io ho scelto profondamente di farlo”. E qui, in lontananza, qualcuno ha come sentito le sirene dell’ambulanza avvicinarsi.