Il Sole 24 Ore, 18 febbraio 2015
Inchiesta Veneto Banca, ecco i racconti di dipendenti e imprenditori: «Vuoi un prestito? Allora acquista le nostre azioni»
«Qualche anno fa sono andato con il mio capo nella sede di un’azienda abbastanza grande e, a fronte di un cospicuo finanziamento, loro hanno sottoscritto molte azioni di Veneto Banca. La cosa è avvenuta contestualmente: alla concessione del credito, il cliente ha acquistato i titoli». A parlare, sotto strettissimo anonimato, è un dipendente di Veneto Banca. Che ha accettato di incontrare Il Sole 24 Ore per raccontare la sua storia. Una storia che, in realtà, narrano in tanti: ex dipendenti della banca, commercialisti, imprenditori. Sono tante le voci che, a patto di tutelare la loro privacy, sembrano confermare quella che per anni è stata una voce di corridoio: Veneto Banca, soprattutto in passato, avrebbe erogato finanziamenti (anche a tassi agevolati) a patto che il cliente comprasse azioni della banca stessa. E spesso l’acquisto avveniva con gli stessi soldi prestati da Veneto Banca. Stando alle molteplici testimonianze raccolte dal Sole 24 Ore, insomma, quanto inizia ad emergere dall’inchiesta della magistratura potrebbe essere solo la punta di un iceberg. Di un fenomeno ben più diffuso.
Il Sole 24 Ore ha raccolto molte voci. È in possesso anche della pratica di un fido concesso ad un’impresa da Veneto Banca: nel documento si vede chiaramente che l’azienda ha un finanziamento e possiede azioni dell’istituto stesso. Ma è praticamente impossibile stabilire con queste carte come sia avvenuta l’operazione: se le azioni siano state acquistate – del tutto legittimamente – in separata sede, oppure se siano state comprate contestualmente al fido. O, come riferisce una fonte, se siano state acquistate con i soldi prestati dalla banca stessa.
Alcuni clienti della banca raccontano la propria esperienza proprio in questi termini. Ma restano testimonianze, tutte da provare. Dal canto suo, Veneto Banca, contattata ieri dal Sole 24 Ore, ricorda che «come in tutte le banche popolari, esiste una linea di prodotti a condizioni vantaggiose dedicati ai soci, ma che occorre già esserlo per poter accedere a tali agevolazioni».
Questo è il punto: molti testimoni raccontano che il finanziamento e l’acquisto di azioni avveniva contestualmente. Che l’acquisto era una condizione necessaria per ottenere i fidi. E che a volte avveniva con gli stessi soldi prestati dalla banca. Si tratta certo di testimonianze anonime (perché nessuno vuole esporsi), tutte da provare. Che si contrappongono a quanto dice la banca. Ma sono molto precise.
Per esempio quella di un ex dipendente di Veneto Banca (che non lavora più nell’istituto di Montebelluna da tre anni): «Ai clienti proponevamo di acquistare azioni per sbloccare le loro pratiche di fido – ricorda -. Ma non abbiamo mai lasciato nulla di scritto a riguardo». Una sorta di patto, insomma:?niente azioni, niente fido. E niente prove. Identica la testimonianza di un altro dipendente, che lavora tutt’ora nella banca: «Solitamente gli imprenditori non si opponevano, perché i soldi per comprare le nostre azioni glieli prestava la banca stessa – riferisce -. Noi però non lasciavamo mai nulla di scritto». Entrambi riferiscono che negli ultimi anni questa pratica – forse per l’incalzare delle ispezioni di Consob e Bankitalia – è stata ridotta. O abbandonata.
Ma continuiamo con le testimonianze. Per esempio quella del responsabile area Veneto di un altro gruppo bancario: «Mi è capitato il caso di un cliente che è venuto da noi dopo avere avuto la proposta di fido in cambio di azioni da parte di Veneto Banca – racconta -. Questa proposta, che è stata rifiutata dal mio cliente, risale al settembre 2012». Testimonianza simile, dunque indiretta, arriva anche da un commercialista della zona: «So che Veneto Banca vende azioni proprie in cambio di finanziamenti». C’è poi chi riferisce di vicende analoghe anche sull’erogazione dei mutui: «Per ottenere il mutuo soci, che ha tassi vantaggiosi, bisogna essere già azionista – spiega un dipendente -. Ma se non lo sei, non è un problema: la banca ti lascia andare in rosso sul conto corrente per comprare azioni e poi ti eroga il mutuo. Magari un po’ più grande del previsto». Queste le voci. Le testimonianze. Ovviamente, andranno riscontrate nei fatti. La speranza è che la magistratura, un giorno, riesca a stabilire la verità dei fatti.