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 2015  febbraio 18 Mercoledì calendario

Nessun intervento militare in Libia • Record di sbarchi a Lampedusa • Quarantacinque prigionieri bruciati vivi dall’Isis in Iraq • La Grecia vuole un’estensione del prestito di sei mesi • Berlusconi paga ancora le olgettine • In Italia la migliore azienda dove lavorare è Microsoft


Libia Nessun intervento militare sotto le bandiere dell’Onu in Libia: per adesso la comunità internazionale cerca di rilanciare l’azione diplomatica dell’inviato delle Nazioni Unite, Bernardino León, che, pure, fin qui non ha raccolto risultati. Il caos libico del quale approfitta l’Isis per perpetrare altre stragi di cristiani e minacciare l’Europa arriva oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ma l’Egitto, che ieri ha bombardato per il secondo giorno consecutivo le postazioni dei jihadisti in Libia, non otterrà la risoluzione che autorizzi interventi militari in questo Paese dilaniato da una feroce guerra per bande, come chiesto dal presidente Al Sisi. Il leader egiziano invoca la costituzione di una nuova coalizione internazionale come quella che nel 2011 segnò la fine del regime di Gheddafi. «Un lavoro rimasto incompiuto», secondo Al Sisi, che ha mandato a New York il suo ministro degli Esteri Sameh Shoukry per convincere i principali attori dell’organismo internazionale a rompere gli indugi. Ma Shoukry ha trovato solo solidarietà per la strage di egiziani in Libia e comprensione per i bombardamenti decisi come ritorsione. Niente di più. E in serata una nota ufficiosa diffusa a Roma ma che è frutto del lavoro delle cancellerie di Washington e dei Paesi europei più esposti sul fronte libico (Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna) ha chiarito che anche gli Stati Uniti, pur sostenendo con vigore l’Egitto, non intendono sentir parlare per ora di un intervento che, per essere efficace, dovrebbe tradursi in una vera e propria occupazione del Paese della durata di anni con una forza militare di molte decine di migliaia di uomini. Due giorni fa anche italiani e francesi erano parsi favorevoli, in modi e con accenti diversi, a preparare una risposta militare all’espansione del minaccioso califfato sulle coste libiche. Mentre il Cairo faceva sapere che i bombardamenti egiziani di ritorsione avevano avuto il «via libera» di Washington, i possibili dissensi in Europa sembravano poter riguardare soprattutto la guida della missione per la quale il nostro ministero della Difesa aveva candidato l’Italia. Ma, dopo la brusca frenata di Matteo Renzi che già lunedì aveva detto con forza che per ora si cercano solo soluzioni politiche, ieri anche il presidente francese Hollande ha appoggiato il rilancio dell’iniziativa diplomatica in un colloquio telefonico col premier italiano. Spazzate via, così, le voci secondo le quali Parigi stava preparando una risoluzione «bellicista» da sottoporre all’odierno consiglio di Sicurezza.

Sbarchi Già 7.628 migranti sono sbarcati sulle coste siciliane e a Lampedusa dall’inizio del mese ad oggi, esattamente il 130 per cento in più rispetto all’intero febbraio del 2014. A questo ritmo, se i barconi e i gommoni non cesseranno di partire dalla Libia in fiamme (lunedì soccorsi altri tre gommoni dalla Guardia Costiera), il 2015 sarà anche peggiore dell’anno appena passato, quando gli sbarchi hanno raggiunto la quota record 170mila. Il centro di accoglienza di Lampedusa è al collasso: ospita 1.200 persone quando ha una disponibilità per appena 250 (altri 600 posti sono nell’area ricostruita dopo l’incendio di qualche anno fa ma non è stata ancora collaudata, il Viminale sta accelerando le procedure per aprirla) e fino a ieri c’erano appena 5 carabinieri a controllare. Per alleggerire la situazione sono stati programmati voli speciali per trasferire i profughi in altri centri di accoglienza, probabilmente, in regioni diverse dalla Sicilia, dove però le diverse strutture — denunciano sindaci e assessori soprattutto del Nord — sono già sature. Matteo Salvini intervistato da Radio Padania: «È in corso un’operazione di sostituzione etnica coordinata dall’Europa. I padani sono discriminati, sono vittime di pulizia etnica». E mentre l’assessore al Territorio della Lombardia, Viviana Beccalossi, propone ai comuni «una vera e propria disobbedienza civile» contro la richiesta delle prefetture di ospitare altri clandestini, rilascia dichiarazioni anche Luca Zaia, governatore del Veneto (che nelle prossime ore dovrà accogliere altri 500 profughi): «L’incessante afflusso dei migranti, che vengono scaricati ovunque come pacchi postali, sta mettendo allo stremo le comunità locali e i sindaci. Il limite è già stato superato». 

Isis Dopo le ventuno decapitazioni degli ostaggi egiziani riprese su una spiaggia libica, arriva la notizia di quarantacinque persone arse vive in un paesone iracheno, non lontano dalla base dove è stanziata la Settima Divisione dell’esercito di Bagdad supportata da una task-force di 320 soldati Usa. L’ultima strage è senza annunci né immagini. L’ha denunciata il colonnello Qasem Obeidi, portavoce della polizia nella provincia di Anbar. Citato dalla Bbc , Obeidi ha raccontato che l’Isis avrebbe bruciato 45 prigionieri, tra cui numerosi agenti. Non ci sono altri dettagli. Le autorità di Anbar ieri mattina hanno confermato l’esecuzione da parte dell’Isis di 27 agenti, mentre lo stesso Obeidi ha parlato di un complesso condominiale assediato dai jihadisti con 1.200 persone dentro, comprese le famiglie dei poliziotti.

Grecia 1 Dopo una giornata di scontri a distanza e accuse reciproche tra Bruxelles e Atene, a tarda sera il Governo di Tsipras ha fatto sapere che vuole chiedere un’estensione del prestito di sei mesi, con condizioni da negoziare. Ma è quello che l’Europa finora non ha voluto darle: il problema greco, per l’Eurogruppo, ha una sola soluzione, cioè un’estensione del programma di aiuti nella sua interezza, cioè con strette condizionalità che consentano all’Ue di verificare gli impegni prima di versarle gli aiuti. La Grecia però ha già rigettato due volte questa proposta che ha giurato di non firmare «nemmeno con una pistola puntata alla tempia».

Grecia 2 Il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schäuble, infuriato perché Su Avgi, giornale di Syriza, partito del premier greco Tsipras, l’hanno ritratto in divisa nazista mentre dice: «Insistiamo sul fare saponette dal vostro grasso» e «Pensiamo di ricavare fertilizzante dalle vostre ceneri».

Olgettine 1 Silvio Berlusconi sta continuando a retribuire le ospiti del bunga bunga. Almeno 21 ragazze che sono state ospitate nelle «cene eleganti» di Arcore, che ancora oggi ricevono regali sostanziosi — comprese case faraoniche —, o semplicemente denaro contante, a seconda delle necessità. E questo sarebbe il «prezzo» del loro silenzio tenuto durante il processo Rubygate, sul vero scopo delle feste arcoriane. Di questo sono convinti i pm della procura milanese, Pietro Forno, Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, che ieri mattina hanno delegato agli uomini della sezione della polizia giudiziaria di pubblica sicurezza 29 perquisizioni. I destinatari sono soggetti già indagati di corruzione in atti giudiziari per le verità nascoste al processo a carico dell’ex Cavaliere. Tra loro anche Luca Giuliante e Ruby El Marough Karima, la ventiduenne marocchina da cui è nato lo scandalo. Nei provvedimenti, la procura è andata a caccia di tracce dei pagamenti. Per l’avvocato Giuliante, primo difensore della marocchina, il sospetto è «di aver concorso per il pagamento del prezzo delle false dichiarazioni», rese da Ruby al processo milanese a carico di Berlusconi. «Mai fatto sesso con il presidente», la tesi sostenuta in aula dall’aspirante soubrette magrebina. Versione di comodo, hanno invece ribattuto le indagini. Confortate da una serie di intercettazioni e di appunti ritrovati nei diari della minorenne Ruby, in cui si parlava esplicitamente di pagamenti (“6 milioni di euro”) che la giovane aspettava da Berlusconi. Nel decreto notificato a Giuliante e a Ruby, non vengono indicate cifre, ma la procura sospetta che il legale sia stato il tramite dei pagamenti. Nei pc e nelle schede telefoniche requisite ieri, i pm sperano di trovare la conferma alla loro tesi. Il blitz scattato all’alba, giunge a quasi un anno dall’inizio dell’inchiesta, ed è giustificato «dai riscontri bancari» effettuati fino a poche settimane fa. I pm milanesi, una volta analizzato il materiale sequestrato, sono intenzionati a chiudere il fascicolo che vede indagate 45 persone, compreso Silvio Berlusconi.

Olgettine 2 Tutte le 21 ragazze oggi indagate nel cosiddetto Ruby ter avrebbero ottenuto una casa a loro disposizione. Nella maggioranza dei casi un appartamento più che dignitoso, ma a Alessandra Sorcinelli e Barbara Guerra l’ex Cavaliere avrebbe riservato un trattamento di tutto riguardo rispetto alle altre. A Bernareggio, in Brianza, a pochi chilometri da Arcore, alle due ex soubrette della scuderia Mediaset sarebbero state garantite due ville da 400 metri quadri di pregio, a zero euro di spesa. Ufficialmente, le due dimore — una progettata dall’archistar Mario Botta — sono intestate a una società immobiliare. Il sequestro della documentazione di ieri, vuole capire se gli immobili fossero in semplice «comodato gratuito», o se c’è qualcosa in più.

Microsoft È ancora Microsoft a vincere, in Italia, il primo posto della graduatoria di «Great place to work», la società che pubblica ogni anno l’elenco delle migliori aziende in cui lavorare. La multinazionale fondata da Bill Gates - in base alle risposte di trentacinque mila dipendenti che in forma anonima hanno valutato la loro azienda in base al rispetto, l’equità nei riconoscimenti, l’assenza di favoritismi e l’organizzazione del lavoro - si conferma al gradino più alto del podio, seguita da FedEx Express (secondo) ed Emc Computer System (terzo). Non è una sorpresa: da tempo l’azienda di Redmond ha adottato policy di «smart working» con modalità di lavoro flessibile in cui a contare non è la presenza fisica in ufficio ma il contributo generato. Il primo posto di Microsoft però non è solo questione di flessibilità: i dipendenti hanno a disposizione asilo nido e scuola materna aziendale, assicurazione sanitaria integrativa, palestra, una stanza per poter riposare dopo un viaggio intercontinentale e la «quiet room» per poter lavorare in assoluto silenzio. (De Cesare, Cds).

Telelavoro Secondo l’Osservatorio Smart working della School of management del Politecnico di Milano, se le imprese italiane fossero più flessibili con i propri dipendenti e utilizzassero il telelavoro, potrebbero risparmiare fino a 37 miliardi di euro (ibidem).

(a cura di Roberta Mercuri)