Il Messaggero, 18 febbraio 2015
Beppe Grillo è un po’ stanchino ma anche il blog non si sente benissimo. Il sito che figurava nella classifica dei blog più popolari in assoluto accanto a colossi come Bbc e Cnn è precipitato giù al 171esimo posto in Italia e al 7495esimo posto al mondo
Beppe Grillo è un po’ stanchino ma anche il blog non si sente benissimo. Il sito che figurava nella classifica dei blog più popolari in assoluto accanto a colossi come Bbc e Cnn è precipitato giù al 171esimo posto in Italia e al 7495esimo posto al mondo.
Questi sono i risultati impietosi registrati dalla società Alexa che fa parte del gruppo Amazon ed è partner di Google. Il crollo emerge dall’analisi del rank, parola magica per chiunque abbia un sito che misura il posizionamento delle pagine web nella rete. Più collegamenti ipertestuali è in grado di produrre la pagina web e più il rank schizza in alto. I dati mutano costantemente, vista la modalità di fruizione della rete non lineare, ma il dato è lampante: c’è un crollo nel numero degli utenti che accedono a beppegrillo.it. Sono passati nove anni, nel 2006 il blog era il primo sito italiano, tre anni dopo la rivista Forbes definiva il comico settima web star del mondo, basandosi sulle analisi della società Alexa.
Ora quella stessa società ha sottoposto di nuovo il blog alle analisi del sangue virtuali e il risultato è che il sito è parecchio emaciato e non genera più quel traffico vorticoso di utenti che non solo navigavano ma lasciavano commenti e interagivano con tutta la piccola galassia di siti web collegati. Un nuovo problema sul tavolo della Casaleggio Associati, l’azienda del guru milanese del movimento, che di lavoro fa proprio questo: «consulenze per strategie digitali». Ed è anche proprietaria del blog.
CURVE IN PICCHIATA
Altre due società internazionali confermano il dato. Più che dimezzato il traffico secondo gli algoritmi di Traffic Estimate che conta 2,2 milioni di visitatori contro i 5 milioni di visite di giugno: il traffico diminuisce ogni mese del 55,4% certificano le tabelle con le curve in picchiata. Altra società, altra batosta. Calcustat.com si occupa di attribuire un rating ai siti e quello di Grillo scivola nel girone B, perdendo due posizioni rispetto alla nuvola di traffico dei portali più influenti che viaggiano in serie A. Resta una magra consolazione: i pollici di Facebook. I politici del Movimento 5 stelle sono forti ancora, e solo, là. I mi piace sono consistenti: 1 milione e 776 mila e tra i profili personali più gettonati spiccano tra i primi 11 le super star grilline Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio e Paola Taverna. Per Grillo il numero dei clic è sempre stato uno strumento per governare la linea politica dei parlamentari e per raddrizzare gli eletti disubbidienti, una sorta di termometro fedele di quanto succede fuori dagli schermi del pc.
«Contano solo i clic perché giornali e Tv sono morti», aveva risposto serafico il comico genovese, una notte, alla pattuglia di parlamentari che a tentoni aveva raggiunto l’ingresso della sua villa a Marina di Bibbona per aprire una riflessione sull’emergenza espulsioni decretati dal blog. Ora sarà altrettanto facile alzare le spalle di fronte al mare magnum dell’internet che ha ingoiato e digerito la rivoluzione dei clic?