Il Messaggero, 17 febbraio 2015
Fino a dodicimila euro per sposare un’italiana. Sgominata una banda di marocchini che organizzava matrimoni finti con tanto di banchetto nuziale per far ottenere la cittadinanza a connazionali o ad altri stranieri
C’è anche una donna italiana che ha fatto sposare la figlia di 23 anni con un marocchino e poi ha contratto a sua volta un matrimonio con un altro nordafricano, tra le persone coinvolte in un’inchiesta condotta dai carabinieri di Busto Arsizio, che ha portato a 23 arresti e 94 persone denunciate, nei confronti degli appartenenti a un gruppo che si occupava di spaccio di droga e dell’organizzazione di “nozze fittizie” tra italiane e stranieri. I finti matrimoni (33 dal 2013) costavano agli “sposi”, quasi tutti pregiudicati che cercavano di ottenere un regolare permesso di soggiorno, fino a 12mila euro. L’organizzazione si occupava dei documenti, della cerimonia nuziale in Italia o in Marocco e anche del banchetto con finti invitati. Mettevano a disposizione perfino alcuni appartamenti dove la coppia andava a vivere dopo il matrimonio per poi separarsi dopo pochi mesi. Le donne italiane venivano pagate tremila euro.