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 2015  febbraio 17 Martedì calendario

Ugo Zampetti segretario generale del Quirinale. Lo vuole Mattarella. 65 anni, romano, riservato in modo quasi maniacale, già parlamentare, non riceverà compenso alcuno. Ritratto di un perfetto «civil servant»

Il nuovo ministro della Real Casa (così avrebbero pomposamente etichettato, un tempo, il segretario generale del Quirinale) sarà Ugo Zampetti, classe 1949, romano. Il presidente Mattarella ha avviato le procedure della sua nomina dopo aver ringraziato Donato Marra, che quel ruolo ha ricoperto nel precedente settennato e poi durante la transizione. Per la sua opera, tiene a chiarire il Colle, Zampetti non riceverà «compenso alcuno». Gli basterà la pensione maturata in quasi 8 lustri di impiego alla Camera, dove è stato per 16 anni il vero «deus ex machina», sistemato nella stanza accanto a quella dei cinque presidenti che si sono succeduti nel frattempo: Violante, Casini, Bertinotti, Fini e da ultimo Boldrini. Con tutti è stato prodigo di consigli senza badare al colore politico. Mattarella l’ha scelto non solo in nome della loro vecchia amicizia, ma pure per questa trasversalità che rende Zampetti bene accetto ovunque con due eccezioni: tra i grillini (gli contestarono lo stipendio da mezzo milione l’anno percepito come segretario generale della Camera) e tra i funzionari parlamentari (a loro Zampetti falcidiò lo stipendio).
Dicono che nemmeno Renzi straveda per lui, ma forse è solo una leggenda. Il profilo è quello del «civil servant», nato e cresciuto nelle istituzioni, con un senso orgoglioso dei propri confini. Il futuro braccio destro del Presidente teorizza che l’amministrazione deve fornire a chi decide tutti gli elementi utili, salvo astenersi dall’usurpare responsabilità altrui. Non è un caso che sulla scrivania a Montecitorio Zampetti tenesse la statuetta di uno sciatore sul punto di lanciarsi dal trampolino: chiara metafora del suo ruolo delicato, sempre in bilico, di «suggeritore». Riservato in modo quasi maniacale.
Suo padre fu catturato dai tedeschi a Corfù, durante l’ultima guerra, e scrisse una bella, toccante testimonianza dal lager intitolata «Lettere a Marisa». Persona colta, Zampetti ha festeggiato i 65 anni a cena con gli amici presso la Galleria d’arte moderna citando una massima di Epicuro, sul tempo da ripartire equamente tra «res publica» e vita privata. Sennonché quest’ultima attenderà fino al 2022.
Altra nomina di ieri: Daniele Cabras, ex funzionario parlamentare, già capo di gabinetto dei ministri Bindi e Saccomanni. Dirigerà sul Colle l’ufficio della Segreteria generale. Una curiosità: ha 52 anni. Come il capo della segreteria Guerrini. Come il portavoce Grasso. Come il consigliere informale del Presidente, Garofani… La carica dei cinquantaduenni.