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 2015  febbraio 17 Martedì calendario

Il duello tra Tosi e Salvini. Il segretario: «Per ora, la Lega da sola in Veneto è una valida ipotesi. Una possibilità possibile. Vediamo cosa combina Berlusconi, perché non l’ho capito nemmeno io... Forza Italia viene da tre anni di sostanziale appoggio ai governi a Roma. Ma comunque non ho preclusioni e vedremo che cosa potremo fare con loro»

«Le posizioni restano diverse e spetta a me il trovare un punto di accordo». E se non si troverà? «Spetterà a me la decisione». Matteo Salvini conclude il faccia a faccia con Luca Zaia e Flavio Tosi un po’ tirato e sintetizza così la giornata. A novanta giorni dalle elezioni, il segretario leghista si ritrova con i due massimi esponenti leghisti in Veneto – il governatore e il segretario della Liga veneta – che si avvicinano poco o nulla: Zaia vuole presentarsi con il sostegno di una sola lista civica a suo nome, Tosi chiede che ci sia anche una lista da lui ispirata. Salvini, al mattino, tradiva qualche irritazione: «Non ho tempo di polemizzare perché c’è una guerra con l’Isis alle porte, figuriamoci se mi preoccupo per qualche bega per le liste». 
Poi, forse per dare un minimo di soddisfazione a Tosi, il segretario leghista contempla la possibilità che il governatore corra senza il sostegno di Forza Italia, così come chiedeva appunto il segretario veronese: «Per ora, la Lega da sola in Veneto è una valida ipotesi. Una possibilità possibile. Vediamo cosa combina Berlusconi, perché non l’ho capito nemmeno io... Forza Italia viene da tre anni di sostanziale appoggio ai governi a Roma. Ma comunque non ho preclusioni e vedremo che cosa potremo fare con loro». Ma sembra più una battuta ad uso dei taccuini spianati. Perché il capo leghista sul sostegno a Zaia taglia corto e più chiaro di così non potrebbe essere: «Chiunque metta in difficoltà e in discussione Zaia, aiuta la sinistra. La mia priorità è Luca Zaia che continua a governare». E di certo, il governatore non rinuncerebbe al sostegno del partito di Berlusconi. Su un punto, però, continua a non esserci il minimo dubbio: «Non voglio sentir parlare di Nuovo centrodestra, che ha appena tagliato 300 milioni al Veneto. Non posso criticare Ncd per gli sbarchi di immigrati e poi allearmi con loro in Regione». 
A rispondere dal partito di Alfano, il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi: «Noi non accettiamo veti, in particolare dal populismo demagogico di Salvini, che rischia di far perdere tutti». La palla è presto rilanciata nel campo di Forza Italia. Che «deve prendere una posizione in particolare in Veneto e decidere cosa vuole fare». 
A incontro finito, Salvini comunque sembra possibilista: «Con Tosi ho sgomberato il campo da alcuni equivoci. Lui contestava la possibilità di congresso prima delle elezioni e io gli ho detto che per me il congresso si può fare dopo. Sullo stop alle candidature dopo due o tre mandati, continuo però a credere che un certo ricambio sia necessario». Se il governatore si attiene alla consegna del silenzio che osserva da tempo, Flavio Tosi per ora non vuole strappare: «Tutti abbiamo voglia che si riconfermi il buon governo in Veneto. Quello di oggi è stato un incontro interlocutorio, ma ci sono i margini per provare a trovare una sintesi. Fermo restando i rispettivi ruoli e le rispettive competenze». Il che significa che «un partito come la Lega, realmente federalista, riconosce alle singole regioni la facoltà di decidere per quello che riguarda liste e alleanze». 
Marco Cremonesi