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 2015  febbraio 16 Lunedì calendario

Flavio Briatore e la lista Falciani: «Sono 25 anni che risiedo all’estero, 7 a New York e 18 a Londra, ora abito a Montecarlo. Pago le tasse dove produco ricchezza. La verità è che l’Italia è un paese strano, pieno di invidiosi che godono nel denigrare il prossimo. Non sono un evasore, sono un genio»

«Che schifezza».
Eh?
«Io ho vinto 7 mondiali in Formula 1, 50 gran premi, ho scoperto Schumacher e Alonso, sono tra i 40 italiani più famosi al mondo, eppure non interessa a nessuno. Invece mi ritrovo etichettato come parassita, evasore fiscale, accomunato ai delinquenti, è bestiale».
Flavio Briatore, 64 anni, di Verzuolo, Cuneo, ex assicuratore, imprenditore e finanziere dalla vita billionaria, compare nella lista Falciani dei megacorrentisti della banca privata Hsbc con forzieri a Ginevra. Riconducibile a lui (anno 2006/7) ci sono 73 milioni di euro spalmati su 9 conti.
Lo sa anche lei, tenere i soldi oltreconfine di per sé non è reato, però induce a cattivi pensieri.
«Ma che vuol dire? Sono 25 anni che risiedo all’estero, 7 a New York e 18 a Londra, ora abito a Montecarlo. Pago le tasse dove produco ricchezza. La verità è che l’Italia è un paese strano, pieno di invidiosi che godono nel denigrare il prossimo, che gioiscono nel buttarlo giù. L’invidia sociale sarà la nostra rovina».
Quell’estratto conto da 73 milioni mica è da tutti. In confronto il re del Marocco con 7,9 pare un nullatenente.
«Non sono mica soldi personali, ma delle società amministrate da Ginevra, in totale trasparenza. Servivano anche per pagare gli stipendi ai piloti, e sapete bene che ognuno guadagna dai 20 ai 30 milioni all’anno».
Una sorta di super-salvadanaio.
«E poi anche se fossero stati miei, che problema c’è? Io non sono nato ricco, tutto quello che possiedo l’ho guadagnato con il mio lavoro, perché io sono un genio».
E giura che non ha mai evaso un euro, una sterlina, un dollaro?
«Mai, nel modo più assoluto. Chi porta via i soldi è un farabutto. Queste carte di Falciani le avete riciclate voi giornalisti, è roba vecchia, i magistrati le hanno in mano dal 2010, di sicuro avranno fatto le loro indagini, contro di me non c’è proprio nulla».
Se non altro è in buona e illustre compagnia.
«Eh, però da quando è uscito il nome di Civati qualcosa è cambiato, sono arrivati i distinguo... forse allora non tutti sono evasori... è stata una bella aspirina».
Non è curioso che qui lei non possieda nulla, nemmeno un appartamentino?
«No. Non ho casa, non ho conti correnti, nemmeno carte di credito. Mi sposto tra Londra, Montecarlo, Miami, il Kenia e il Mozambico, in Italia vengo solo in vacanza».
A chi paga le sue tasse?
«In Inghilterra. Con l’aliquota al 30 per cento non evade nessuno. Di accertamenti ne ho subiti, è normale, ma era sempre tutto regolare. E pago il mio anche in Italia, per quelle due o tre società di cui sono ancora azionista. Soltanto per il Billionaire in 7 anni avrò versato 2 milioni e mezzo».
Equitalia le aveva sequestrato lo yacht.
«Sì, dopo un arrembaggio stile pirati.Comunque c’è il processo, dimostreremo che era una barca per uso commerciale e non personale. Mia moglie Elisabetta nel 2011 è finita sui giornali per presunte irregolarità, ma quando la storia è stata archiviata non ne ha parlato nessuno».
Adesso minaccia di querelare tutti.
«E lo farò».
Anche Crozza per la parodia di «I have an Iban»?
«Si. Non l’ho vista, me l’ha raccontata il mio avvocato».
E della linea aerea high-cost Billionair, che ne sarà?
«Non se ne fa più niente, mi è passato l’entusiasmo».
Anche per Renzi?
«Ha fatto qualcosa più degli altri però prima o poi la palla devi buttarla dentro e finora vedo tanti pali e traverse».