Corriere della Sera, 16 febbraio 2015
Il business dei contachilometri taroccati. La metà delle vetture di seconda mano ha fatto più strada di quanto dichiarato dai venditori
La metà delle auto usate è «taroccata». È quanto denuncia Alfredo Bellucci, autore – con Gianluca Poloniato, Luca Peroglio Longhin e Stefano Mior – del libro Non prendermi per il chilometro (Apice Libri, pp. 128, 10 euro), in cui smaschera un sistema illegale che genera ogni anno 2,5 miliardi di euro. Un business consolidato che conviene a molti, tranne a chi compra. «Manomettere un’auto è facile, basta un’app – racconta Bellucci –. Oppure ci si può rivolgere alle aziende che riparano contachilometri: strana attività considerando che non si rompono mai». Ne va anche della sicurezza: con questo sistema circolano veicoli che hanno sulle ruote molta più strada di quella dichiarata e che, per questo, non ricevono una corretta manutenzione. Eppure, le persone continuano a fidarsi e a poco serve portarsi dietro il meccanico di fiducia. «I truffatori sono abili. La loro arte è proprio quella di rendere le vetture esteticamente verosimili rispetto ai falsi chilometri».
Il modo per difendersi però c’è ed è quello di fare le mosse giuste: la prima è quella di verificare che il numero di precedenti possessori riportato sul certificato di proprietà corrisponda a quello dichiarato dal venditore. Poi si passa ai tagliandi, con le fatture, e alla dichiarazione chilometrica rilasciata dai vecchi padroni; infine conviene domandare anche il loro recapito e quello dell’officina dov’è stata fatta la manutenzione. «Se non si ottiene tutto ciò – mette in guardia Bellucci – è bene dubitare». A questo punto si può richiedere un estratto cronologico al Pra per rintracciare i proprietari. Tutte operazioni da fare prima: una volta che si prende un bidone la speranza di rifarsi è flebile. Bisogna dimostrare di essere stati truffati e denunciare il venditore. «Ma i tempi della giustizia sono incerti. Ed è paradossale, perché le istituzioni ci dovrebbero garantire».
La soluzione sarebbe semplice: rendere obbligatorio l’inserimento dei km a ogni passaggio di proprietà o a ogni revisione. «Peccato – conclude Bellucci – che nessuno abbia interesse a cambiare le cose».