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 2015  febbraio 16 Lunedì calendario

Elia, il rugbista dodicenne, stroncato da un malore durante una partita della sua Amatori Rugby Macerata. Ha chiesto la sostituzione, ma appena si è seduto in panchina ha perso i sensi. Vani gli interventi di due medici a bordo campo e del 118

Elia aveva 12 anni, un viso allegro e una grande passione per il rugby. Giocava per la squadra under 14 dell’Amatori Rugby Macerata, ieri era in campo a Villa Potenza contro il Fabriano quando ha sentito un dolore all’addome. Ha chiesto la sostituzione, ma appena si è seduto in panchina ha perso i sensi e né l’intervento di due medici a bordo campo che gli hanno fatto un massaggio cardiaco, né l’uso del defibrillatore, né l’intervento del 118 e di una eliambulanza sono riusciti a restituirlo ai suoi compagni della Scuola media “Dante Alighieri” – in campo c’era anche il fratello di Elia – e ai suoi genitori che assistevano alla partita. Elia Longarini è morto, anzi, come si dice dei grandi del rugby, ha passato la palla.
«In campo non c’era stato nessuno scontro, tanto che il medico neppure era entrato in campo», spiega Maurizio Longhi, presidente del comitato marchigiano della Fir. Anche perché a quel livello il rugby è un gioco soft, addomesticato. «Il ragazzo aveva già avvertito lo stesso dolore qualche giorno prima – spiega Longhi – e comunque il medico che ha rilasciato il certificato d’idoneità non aveva disposto esami ulteriori. Nei nostri campionati richiediamo sempre la presenza di un medico. Stavolta la dottoressa aveva portato con sè un’amica e collega, ma non c’è stato niente da fare».
Potrebbe essersi trattato di un problema cardiovascolare congenito, o una causa neurologica, metabolica o vascolare – il motivo del decesso lo stabilirà l’autopsia. «È successo l’imponderabile», dice Elio Mogetta, dirigente dell’Amatori, anche se la vicenda ora riproporrà la necessità di visite più approfondite per i giovani che si avviano allo sport. Di certo al momento c’è solo il dolore. Il papà di Elia, Giorgio, cuoco del Seminario Diocesano, fa parte del movimento neocatecumenale, come Giovambattista Venditti, l’ala della nazionale azzurra che sabato è scesa in campo a Twickenham. Nella serata di ieri a Macerata è stata organizzata una veglia di preghiera. Prima, Giorgio Longarini ha spiegato ai compagni e ai dirigenti del figlio che non bisognava annullare gli allenamenti. Perché Elia amava il rugby e sognava di imitare Parisse, Castrogiovanni o Venditti. Continuare a giocare è il modo, molto rugbistico, di ricordare la sua allegria e la sua passione.