La Stampa, 16 febbraio 2015
Ma a sentire Paolo Romani la pace tra Forza Italia e Pd sembra molto lontana: «Renzi è arrogante, da ultimo quando è andato di notte alla Camera ostentando sorrisi di scherno che francamente si sarebbe potuto risparmiare... I voti? Cerchi altrove»
Presidente Romani, pure in Senato farete vedere a Renzi i sorci verdi?
«L’espressione non mi entusiasma. Ma certamente si è rotto, non per causa nostra, un metodo di scelte condivise. In nome di questa condivisione, avevamo rinunciato ad alcune posizioni. Per esempio al presidenzialismo e all’elezione diretta del Senato delle autonomie».
Ne sono venute fuori riforme per voi inaccettabili?
«Non ho detto questo e non lo penso. Ci sono anche molti altri aspetti da noi condivisi. Il sistema monocamerale, ad esempio, è quello che abbiamo sempre rivendicato. Così come siamo stati favorevoli a rivedere il titolo V. Non è che noi abbiamo solo inghiottito rospi, come si vorrebbe far credere».
E allora?
«D’ora in avanti faremo pesare ciò su cui non siamo d’accordo. Sui contenuti e sul metodo».
A cosa si riferisce?
«All’arroganza mostrata da Renzi, da ultimo quando è andato di notte alla Camera ostentando sorrisi di scherno che francamente si sarebbe potuto risparmiare... Questa volontà di forzare sempre e comunque non depone a favore del rapporto che si instaura tra maggioranza e opposizione».
Ciò significa che userete anche in Senato tutte le frecce nel vostro arco?
«Alla Camera abbiamo adottato una certa tattica parlamentare conseguente al fatto che non è stata data alcuna possibilità di ottenere più tempo per correggere la legge e modificarne i contenuti. In un Parlamento liquido come quello attuale, impossibile pensare che Renzi con i 308 voti della Camera faccia il bello e il cattivo tempo».
Conferma che in Senato voterete contro le riforme?
«Confermo che Renzi non potrà contare su di noi. E che dunque il governo dovrà andarsi a costituire una nuova maggioranza, cercando i voti tra quei parlamentari che temono lo scioglimento delle Camere. Sempre ammesso che questi voti li trovi...».
Mettiamo che Renzi arrivi in fondo, e dunque l’Italia debba pronunciarsi tramite referendum. A quel punto cosa direte ai vostri elettori?
«È un problema che ci porremo nella primavera del 2016. Ripeto: sempre che ci arriviamo, al referendum confermativo... Io ho i miei dubbi».