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 2015  febbraio 16 Lunedì calendario

Così in dieci anni YouTube ha cambiato il mondo. Tanto è passato da quando Chad Hurley, Steve Chen, e Jawed Karim, ex impiegati di PayPal, attivarono il dominio che avrebbe rivoluzionato la cultura e la vita del nostro tempo, dal sociale alle nuove frontiere del giornalismo. È nato così il colosso di video che ogni mese genera una produzione mostruosa destinata a crescere sempre di più

La democrazia marcia su strade imprevedibili. Nel quindicesimo secolo, un orafo tedesco inventò la stampa a caratteri mobili, ma non fu subito chiaro che Johannes Gutenberg aveva creato lo strumento che avrebbe reso possibile il Rinascimento, l’Illuminismo, la marcia dell’uomo verso la democratizzazione della cultura e quindi della società nel suo insieme. Possiamo altresì star certi che quando la mattina del 14 febbraio del 2005 tre ragazzi americani hanno registrato il sito www.youtube.com nè loro, nè i loro familiari e amici potevano immaginare che quella piattaforma per la condivisione dei video avrebbe rivoluzionato il mondo dello spettacolo e dell’informazione, spaccando il monopolio di Hollywood e delle grandi conglomerate dell’informazione. Per capire come i tre “pionieri” di San Francisco hanno cambiato l’indirizzo che internet stava per prendere, basti ricordare che Google preparava un suo progetto, Google Video. Democratico non sarebbe stato: tutti avrebbero potuto “far domanda” di caricare un proprio video, ma avrebbero dovuto usare il software proprietario venduto da Google, e presentare una proposta che sarebbe stata passata al vaglio di una commissione. Oggi, tutti possiamo avere un nostro canale YouTube gratuito e caricarvi quel che vogliamo. E se tanti di noi caricano gattini che fanno le fusa, bambini che ridono, scene di vacanza, avvenimenti di famiglia, nell’universo lanciato quella mattina da Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim, navigano anche le immagini della guerra in Ucraina e in Siria, lezioni di pittura, consigli medici, corsi di cucina, le Messe del Pontefice, video di musica e di danza, comizi di politici e minacce di terroristi. C’è tutto, ma proprio tutto.
L’IDEA
YouTube dunque ha compiuto dieci anni, almeno tecnicamente. Il 14 febbraio i tre giovani californiani si limitano a registrarne l’indirizzo internet. Caricano il loro primo video il 23 aprile del 2005: si intitola “Me at the Zoo” ed è girato davanti alla gabbia degli elefanti dello Zoo di San Diego da uno dei fondatori, Jawed Karim. Nel mese di maggio i tre aprono YouTube al pubblico, mettendo online la prima versione beta del sito. Esattamente un anno dopo, vengono caricati già 65 mila video al giorno, in gran parte clip piratate da programi tv, vecchi video di concerti rock riversati in versione digitale, scenette familiari. Chad Hurley esclama: «Questa è la reality tv per eccellenza». L’ascesa è meteorica e presto diventa anche chiaro che la piattaforma è destinata a cambiare il mondo della comunicazione visiva: alla gente non piace solo potervi caricare i propri video, ma piace la libertà di scegliere cosa vedere, senza essere legati alla programmazione di un canale tv. Ed ecco che Google mette da parte i suoi progetti e fa ai tre ragazzi un’offerta che viene definita “strabiliante": un miliardo e 650 milioni di dollari per la loro invenzione. Le proteste si moltiplicano: la piattaforma democratica si affollerà sicuramente di pubblicità, verrà gestita in modo proprietario! La prima denuncia effettivamente si avvera, ma la libertà di caricare quel che si vuole rimane. E l’arrivo della pubblicità rende possibile la nascita di quel che solo un paio d’anni prima non significava nulla, le “YouTube careers”, vere e proprie carriere create solo grazie a YouTube o alla popolarità che il medium può assicurare ai più fortunati. Basti citare uno dei fenomeni più noti, lo svedese Felix Arvid Ulf Kjellberg, che sul suo canale PewDiePie crea video comici facendo commenti e recensioni di famosi videogiochi. Ogni suo video oggi conta decine di milioni di visualizzazioni, e il suo seguito ha superato i sette miliardi di individui. E quanto a carriere nate dalla popolarità su Youtube, inevitabile ricordare Justin Bieber. Il re del pop non esisterebbe se la mamma non avesse caricato un video del ragazzino appena dodicenne nel 2007: divenne virale e se ne accorse lo scout Scooter Braun, che lo lanciò.
La popolarità di YouTube è come una valanga: cresce continuamente. Se nel suo quinto anniversario, nel 2010, registrava 24 ore di video al minuto, oggi, nel suo decimo, ne registra 300, e almeno un miliardo di persone lo visita regolarmente. E proprio questa sua vastità rende difficile qualsiasi controllo, anche quello che la gente vorrebbe: i video di Isis ad esempio,con il loro sadismo distillato, o scene di pedofilia o violenza contro bambini, le sevizie contro gli animali, deliri razzisti. Per cercare di arginare ciò che offende, Google ha chiesto aiuto proprio al pubblico: «Non possiamo vedere tutti i video prima che vengano caricati – ha spiegato Verity Harding, manager di Google -, ma c’è una squadra apposita che ha il solo compito di guardare i video segnalati dal pubblico come inappropriati e decidere se toglierli».