Corriere della Sera, 13 febbraio 2015
Ecco perché non è così scandaloso governare con il 40%. Secondo Sergio Romano «la nuova legge elettorale ha ora il merito di utilizzare con una certa efficacia il premio e il ballottaggio». Restano tuttavia il problema dei «cespugli» e la perpetuazione di una classe politica che vive e prospera grazie al cattivo funzionamento della democrazia italiana dovute a soglie di sbarramento troppo basse e i rimborsi elettorali troppo generosi
L’Italicum è un attentato alla democrazia perché mette il governo nelle mani di una minoranza troppo minoritaria, e anche alla libertà perché mette nelle mani del governo troppo potere, senza freni e contrappesi.
Non pare anche a lei?
Pietro Di Muccio de Quattro
Caro Di Muccio de Quattro,
Nell’ultima versione della nuova legge elettorale (potremmo rinunciare ai nomignoli per favore?), il premio di maggioranza viene concesso alla lista che ottiene almeno il 40% dei voti. Non mi sembra scandaloso. Non sono rari, nelle democrazie occidentali, i partiti che governano con meno del 40% e soprattutto sono frequenti i casi in cui esistono meccanismi che trasformano la maggioranza relativa in una più comoda maggioranza assoluta. In alcuni Paesi accade con i collegi uninominali, dove vince il candidato che supera, anche soltanto di un voto, il suo più vicino concorrente. In altri Paesi accade con il ballottaggio che mette gli elettori di fronte alla necessità di scegliere fra i due primi arrivati (persone o liste) della consultazione precedente. E se vi sono elettori a cui non piace né Tizio, né Caio, pazienza. Le elezioni non vengono fatte per fotografare un Paese con tutte le sue numerose sfumature. Vengono fatte per dargli un governo stabile e coerente. L’Italia sa bene, grazie a un lunga esperienza, che cosa accade quando il governo è continuamente soggetto alla tirannia di coalizioni in cui ogni membro esercita una specie di diritto di veto e costringe il presidente del Consiglio a un continuo, estenuante negoziato. La nuova legge elettorale, a mio avviso, ha ora il merito di utilizzare con una certa efficacia il premio e il ballottaggio. Se vi saranno correzioni e modifiche avremo occasione di riparlarne più in là.
Esiste naturalmente il problema dell’opposizione di cui una democrazia non può fare a meno. Ma a me sembra che la natura e il carattere dell’opposizione, soprattutto in un’epoca di ideologie declinanti, siano strettamente collegati all’esistenza di un governo forte presieduto da un leader autorevole. È la forza del governo che sollecita la nascita di nuove ambizioni politiche e persuade gli oppositori a unirsi per meglio batterlo. Le soglie di sbarramento troppo basse e i rimborsi elettorali troppo generosi sono sinecure che favoriscono la crescita dei «cespugli», come si cominciò a chiamarli negli anni Novanta, e la perpetuazione di una classe politica che vive e prospera grazie al cattivo funzionamento della democrazia italiana.