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 2015  febbraio 13 Venerdì calendario

All’Olympique Marsiglia servono buoni voti per giocare. L’allenatore Bielsa compila i giudizi con il suo staff, la media fa il titolare

All’Olympique Marsiglia servono buoni voti per giocare. Non è questione di giudizi globali, ma proprio di media perché nessuno esce (infortunati a parte) se l’algoritmo dice che il rendimento è alto o almeno il migliore della rosa. È il metodo Bielsa, un tecnico soprannominato El Loco a lungo considerato filosofo e a tratti etichettato come strambo.
Guarda le partite seduto su una borsa frigo e l’oggetto è diventato talmente di moda che è entrato nel marketing della società. Complice il secondo posto in Ligue 1, l’OM, che gioca stasera contro il Reims, vive un momento di serenità assoluta e l’ambiente non si è turbato quando Bielsa ha candidamente ammesso che le sue scelte dipendono dalla matematica. Un sistema rodato che coinvolge dieci persone, i cinque del suo staff più cinque osservatori che a ogni partita compilano le pagelle. Il voto viene dato in un secondo tempo dai collaboratori ristretti, con lo stesso Bielsa che aggiorna il registro e lo controlla prima di ogni distinta. L’operazione trasforma un po’ il filosofo in ragioniere: lo immaginavamo intento a valutare gli uomini a sua disposizione per grandi gesti, se non grandi giocate, invece pesca le idee tra appunti da fantacalcio. Il sospetto è che poi ci metta del suo solo che il metodo secco e analitico lo aiuta a dare spiegazioni inappellabili a chi si lamenta.
Non esiste possibilità di svista perché le teste sono tante e nemmeno la tentazione di farsi trasportare dal momento perché valgono le medie degli ultimi due mesi, quindi l’exploit in allenamento non porta punti. Difficile comprendere come si fa a entrare nello schema quando non giochi mai: decidono le gare ufficiali, il che dovrebbe fiaccare la voglia di faticare e farsi notare durante la preparazione.
Bielsa ha spiegato all’insoddisfatto Doria, ceduto al San Paolo, che non vedeva il campo perché i suoi colleghi di ruolo giravano intorno al 7 e lui non ci arrivava neanche vicino. A essere onesti i voti di Doria non potevano migliorare in assenza di minuti effettivi. L’algoritmo è piuttosto selettivo, se sei fuori dal giro non hai chance. A meno di una disfatta dei compagni di reparto, un’improvvisa epidemia di insufficienze. Questa filosofia calcistica spinge a desiderare il peggio.