Il Sole 24 Ore, 12 febbraio 2015
A un mese dagli attentati islamici a Parigi, la magistratura belga ha definito ieri «terroristica» l’associazione islamica Sharia4Belgium, fondata ad Anversa nel 2010. È la prima sentenza del genere in Europa
A un mese dai drammatici attentati di matrice islamica a Parigi e dalle clamorose operazioni anti-terroristiche in Belgio, la magistratura belga ha definito ieri «terroristica» l’associazione islamica Sharia4Belgium, fondata ad Anversa nel 2010. La presa di posizione è la conferma di come il terrorismo islamico sia nato e cresciuto in una Europa dove il processo di integrazione degli stranieri è in crisi. Giunge mentre oggi i leader dei Ventotto discuteranno della lotta anti-terroristica.
«L’obiettivo di Sharia4Belgium è di rovesciare lo stato belga e di sostituirlo con uno stato islamico», ha detto Ann Fransen, procuratore del Re durante il processo. Ha aggiunto il giudice Luc Potargent: «La legge non precisa che per considerare terroristica una organizzazione questa deve avere già organizzato attentati». Con l’occasione, il tribunale penale di Anversa ha condannato in primo grado a 12 anni di prigione Fouad Belkacem, il predicatore che fondò l’associazione islamica cinque anni fa.
Sharia4Belgium è una associazione di ispirazione salafista, considerata dalle autorità belghe come il più importante reclutatore di combattenti belgi in Siria, pronti a combattere la Jihad anche in Europa. Nata ad Anversa, ha radici europee. Lo stesso Belkacem è nato 32 anni fa in questo Paese. La sentenza è giunta dopo una indagine iniziata nel febbraio 2012 e una serie di 48 perquisizioni in varie località del Paese. Otto sono state le persone rinviate a giudizio, ma in tutto l’inchiesta riguarda circa 45 individui.
Il Belgio è considerato tra i Paesi occidentali che più riforniscono le file dei combattenti in Medio Oriente e di potenziali terroristi islamici. Secondo uno studio del Berlin Social Science Center, il 70% dei musulmani belgi considerano le norme religiose più importanti della legge. Il rapporto è il frutto di un sondaggio che prevedeva tre domande: 1) i musulmani devono tornare verso le radici della fede; 2) c’è una sola interpretazione del Corano da rispettare; e 3) le regole religiose sono più importanti della legge.
Lo studio è stato condotto in sei Paesi europei (la Francia, la Germania, l’Austria, la Svezia, l’Olanda e appunto il Belgio). In quest’ultimo Paese, dove i musulmani sono il 6% della popolazione, hanno risposto sì alle tre domande il 66, l’82 e il 69% degli interpellati. In gennaio, una importante operazione terroristica aveva permesso alla polizia belga di evitare un attentato. Di origine marocchina e sposato con due figli, Belkacem è ritratto nelle foto pubblicate dalla stampa belga con una kefiah.
La sentenza pubblicata ieri dal tribunale penale di Anversa, superprotetto dalle forze dell’ordine presenti anche con un elicottero, giunge mentre oggi i Ventotto discuteranno qui a Bruxelles di lotta al terrorismo e di integrazione sociale. In un canovaccio delle conclusioni, i governi si impegnano in una migliore collaborazione con i paesi musulmani e in una lotta comune contro la radicalizzazione degli ambienti giovanili. Sul tavolo, c’è anche l’adozione di una banca dati europea dei passeggeri aerei.
Ieri da Strasburgo, dove il Parlamento europeo è in sessione plenaria, sono giunti i primi segnali di un possibile accordo tra le forze politiche. Il progetto di banca dati messo a punto dalla Commissione europea ormai tre anni fa è stato bloccato, in particolare dai Liberali, perché ritenuto troppo invasivo della privacy. Proprio i Liberali hanno spiegato nelle scorse ore che il testo di compromesso potrebbe consentire loro di lavorare rapidamente per ottenere una prossima approvazione in aula.