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 2015  febbraio 12 Giovedì calendario

Anche il sindacato tedesco in difesa di Tsipras contro la linea di Angela Merkel. E Beppe Grillo propone a Syriza e alla spagnola Podemos di farsi promotori di una mozione al Parlamento europeo per una Conferenza internazionale sul debito

Alexis Tsipras sembra accerchiato da tutti i governi europei e quindi dai loro paesi. Però la solidarietà e la vicinanza che ha raccolto da quando ha preso la guida della Grecia non è trascurabile. Soprattutto se proviene dalla Germania.
L’appello La Grecia una chance per l’Europa, non una minaccia reca come prima firma quella di Reiner Hoffmann, presidente della Confederazione sindacale tedesca, la Dgb: “Il terremoto politico avvenuto in Grecia – si legge – è un’opportunità non solo per questo Paese afflitto dalla crisi, ma anche per ripensare e rivedere in modo sostanziale la politica economica e sociale dell’Unione europea”.
Il testo è siglato anche dalle sigle sindacali di categoria, molto importanti anch’esse negli equilibri politico-sociali della Germania: il sindacato dei Servizi, Ver.di, il più grande d’Europa, quello delle Costruzioni, Agricoltura e Ambiente, Ig.Bau, il sindacato dei Trasporti, Evg, dell’Alimentazione, Ngg, dell’Educazione, Gew e quello della metallurgia, IgMetall.
 “I miliardi che sono confluiti verso la Grecia sono stati utilizzati soprattutto per la stabilizzazione del settore finanziario”, scrivono i sindacati tedeschi ricordando che “il Paese è stato spinto da una brutale politica di austerità verso la più profonda recessione”.
“Nessuno dei problemi strutturali del Paese è stato risolto, continua il documento che propone di “negoziare seriamente e senza ricatti con il nuovo governo greco per aprire nuove prospettive economiche e sociali per il Paese che vadano oltre la fallimentare politica di austerità”. Anche perché “la sconfitta alle urne dei responsabili delle politiche adottate finora in Grecia è una decisione democratica che va rispettata a livello europeo”.
Dunque, “bisogna dare una chance al nuovo governo e la continuazione del cosiddetto percorso di ‘riforme’ adottato finora, significa negare di fatto al popolo greco il diritto ad attuare nel proprio Paese un cambiamento di rotta della politica che è stato democraticamente legittimato”.
Una presa di posizione molto rilevante se si considera il ruolo e il peso del sindacato nella società tedesca. Con oltre 6 milioni di iscritti la Dgb svolge ancora un ruolo importante negli equilibri della Spd, la socialdemocrazia che è in calo da tempo ma che governa il paese nella coalizione con Angela Merkel.
Il sindacato, inoltre, gode della Mitbestimmung, il modello di cogestione che consente alle organizzazioni dei lavoratori di sedere nei Consigli di sorveglianza delle grandi aziende e di avere, quindi, una forte superficie di contatto con il mondo imprenditoriale.
Reiner Hoffmann ha preso parola subito dopo le proposte avanzate dal ministro dell’Economia greco Yanis Varoufakis, giudicando positivamente l’intenzione di non chiedere più il semplice annullamento del debito ma di optare per un’opzione più ragionevole come il legame tra il tasso di interesse e la crescita economica del paese. Ma il presidente della Dgb apre anche all’ipotesi di una Conferenza europea sul debito in modo “da ristabilirne la sostenibilità e conseguentemente stabilizzare la zona euro”.
La Dgb non si è mossa in solitudine perché sulla strada del sostegno alla Grecia si è incamminata anche la Confederazione europea dei sindacati (Ces). La sua presidente, Bernadette Segol, si è pronunciata in questo senso la scorsa settimana: “È vitale per la democrazia in Europa che sia rispettata la volontà chiaramente espressa dal popolo greco di mettere fine all’austerità”. In questo contesto si comprende meglio anche la decisione dell’italiana Cgil di schierarsi apertamente dalla parte di Tsipras e di fare propria la manifestazione che si svolgerà sabato prossimo a Roma in solidarietà con la Grecia.
La lista degli amici di Syriza quindi si allunga anche se si distingue per la sua eterogeneità. Ieri, ad esempio, Beppe Grillo ha proposto alla stessa Syriza e alla spagnola Podemos di farsi promotori di una mozione al Parlamento europeo per una Conferenza internazionale sul debito. Ipotizzando anche l’adesione di forze di destra come la Lega Nord e il Front national di Marine Le Pen. La quale, alla vigilia delle elezioni greche, si era pronunciata a favore di Tsipras. Ma la Grecia può contare anche sui buoni auspici di Barack Obama che dal giorno della vittoria della sinistra greca sta spingendo l’Europa per offrire un compromesso accettabile. E poi c’è la Russia. Lo scambio di cortesie è stato molto visibile ieri, proprio durante la riunione dell’Eurogruppo. Il ministro degli Esteri russo ha aperto alla possibilità di “aiuti finanziari” diretti mentre la Grecia si è opposta alle sanzioni contro Mosca sulla vicenda ucraina.