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 2015  febbraio 12 Giovedì calendario

«Sì, sono rude con le donne quando faccio sesso, le mie pratiche sessuali, che piacciano o no, non riguardano il tribunale. Non c’entro con lo sfruttamento della prostituzione». Lo sfogo di Strauss-Kahn all’udienza del processo

«Si, penso di avere una sessualità più rude rispetto alla media degli uomini»: nel processo al tribunale di Lille per sfruttamento aggravato della prostituzione, Dominique Strauss-Kahn replica così alle accuse di Jade e Mounia, le due escort costituitesi parte civile e che hanno parlato di rapporti «brutali, contro natura», con l’ex direttore del Fmi.
In questo secondo round di audizioni, l’ex stella della sinistra francese – gettonatissimo per la corsa all’Eliseo del 2012, prima di cadere in disgrazia per le accuse di stupro a New York – ha poi ammesso di essersi scusato, nel periodo delle indagini preliminari, con una delle due donne, Jade, perché aveva capito «quanto quel rapporto l’avesse sconvolta», cosa di cui «non mi ero accorto sul momento». In ogni caso, ha puntualizzato Dsk, «le mie pratiche sessuali, che piacciano o no, non riguardano il tribunale». Certo, «penso di avere una sessualità più rude della media degli uomini. Ma ho avuto gli stessi rapporti sessuali con diverse donne. Alcune possono trovarlo rude, altre possono apprezzarlo. Ma tutto questo non ha niente a che fare con la prostituzione». Poi lo sfogo: «Ora comincio ad averne abbastanza».
Il punto, ripete la difesa, non è il buon gusto o il voler andare al di là dei limiti, ma la configurazione del reato: sfruttamento aggravato della prostituzione, quello per il quale Strauss-Kahn rischia 10 anni di carcere e una multa da 1,5 milioni di euro.
«Non potevo sapere»
Come nella prima udienza di martedì, l’economista di 65 anni è tornato a ripetere che «non poteva sapere» si trattasse di prestazioni a pagamento. Anche perché lui non ha mai cacciato un euro e quelle prestazioni gli venivano offerte a sua insaputa dall’amico Fabrice Pazskowski e dall’imprenditore David Roquet, che volevano così ingraziarsi uno degli uomini più potenti del pianeta.
Ieri, i giudici si sono concentrati su alcuni dei festini a luci rosse. C’è quello al Club Tantra, perso nella campagna del Belgio, a cui Strauss-Kahn ha partecipato insieme ad una quarantina di persone.
I «festini»
La nottata finirà con Jade, all’Hotel Amigo di Bruxelles, dove Dsk aveva un appuntamento di lavoro. E poi altre serate a Washington, a due passi dal suo ufficio. Ogni volta lo stesso scenario: gli uomini si ritrovano insieme, cenano, bevono e discutono un po’, poi cominciano i rapporti tra Dsk e le ragazze presenti. «Mai e poi mai ho chiesto che venissero organizzate serate unicamente per me», ha assicurato lui, spiegando di non aver mai avuto l’impressione di essere «il perno» di quegli incontri e «ancor meno l’istigatore». Tra le prove della difesa, c’è anche una foto che lo ritrae insieme a Jade, nel suo ufficio dell’Fmi a Washington. Lo scatto, che era circolato ampiamente sulla stampa, secondo Strauss-Kahn e i suoi legali proverebbe che l’uomo non sapeva che si trattasse di una prostituta. Altrimenti, argomentano, non avrebbe mai permesso che fosse scattata.