Libero, 12 febbraio 2015
Dopo la strage a Charlie Hebdo le moschee transalpine hanno registrato un boom di richieste per diventare musulmani. I francesi si stanno convertendo per paura?
Nel dossier degli «effetti Charlie Hebdo» avevamo registrato, due settimane fa, la curiosa, e per certi versi inquietante, impennata di vendite del Corano in tutte le librerie francesi (in alcune, le più specializzate in campo religioso come La Procure di Parigi, di copie non avevano più neppure in magazzino), nonché la distribuzione gratuita del libro sacro dei musulmani in pieno centro a Parigi organizzata da un’associazione islamista, «Lis!», con il benestare della gauche parigina.
Ma non era tutto. Lunedì, l’emittente radiofonica Rtl ha reso noti i risultati di un’inchiesta condotta nel mese di gennaio, dalla quale è emerso che dagli attentati terroristici in poi anche le conversioni all’islam sono aumentate vertiginosamente.
Mai così tante e in così poco tempo nella storia della Francia. Alla Grande Moschea di Parigi, secondo quanto riportato da Rtl, sono stati rilasciati nel solo mese di gennaio ben 40 certificati di conversione, pressoché il doppio rispetto a quanti ne erano stati rilasciati lo scorso anno nello stesso periodo (erano soltanto ventidue). Alla Grande Moschea di Strasburgo e alla Moschea di Aubervilliers, a nord di Parigi, è stata registrata una progressione del 30 per cento, alla Grande Moschea di Lione del 20 per cento. I curricula dei convertiti sono i più svariati. C’è Eloïse, studentessa di appena 18 anni, c’è un medico, una dirigente scolastica e un poliziotto tra le persone che hanno varcato le porta della Grande Moschea di Parigi per pronunciare la «shahda», la professione di fede islamica. Gli stessi imam, scrive Rtl sul suo sito, «sembrano i primi a essere sorpresi dall’aumento del numero di nuovi fedeli, così come dalla diversità dei loro profili». Secondo gli osservatori molti lo fanno «per restare tranquilli».
Il caso della diciottenne Eloïse, che ha dichiarato di essersi convertita all’islam per dare una nuova immagine della religione, perché «scioccata» da coloro che hanno accostato l’islam ai terroristi, è secondo numerosi osservatori più unico che raro.
Si fa fatica a pensare che le nuove conversioni, così rapide e così numerose dopo gli attentati terroristici, siano legate a uno slancio interiore alla ricerca di una dimensione spirituale con l’islam o comunque a delle semplici infatuazioni per la religione islamica, e in molti si chiedono se questa conversione di massa non sia invece il segnale inquietante di un desiderio di radicalizzazione che va tenuto sotto controllo per scongiurare conseguenze nefaste nel futuro prossimo.
Non è paranoia. Tra i boia dell’operatore umanitario statunitense, Peter Kassig, decapitato in Siria lo scorso novembre, figurava anche un giovane francese originario della Normandia, Maxime Hauchard, nato e cresciuto in seno a una famiglia cattolica di Rouen, ma convertitosi all’islam durante l’adolescenza, mosso dalla «haine», dall’odio verso la Francia.
Che la «sottomissione» di Houellebecq sia già cominciata?