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 2015  febbraio 12 Giovedì calendario

È tutto pronto per la scissione di Fitto da Forza Italia: per i «ricostruttori» un partito conservatore stile Cameron e intese con Ncd

L’espulsione di Raffaele Fitto ancora non c’è. Ma c’è. E la scissione dei fittiani ancora non è formalizzata. Ma sta nei fatti. E c’è già una prospettiva da costruire, ma poi bisognerà vedere con quali forze, nelle mani del leader frondista: un partito conservatore modello Cameron. Così lo definiscono i seguaci di Fitto e intanto come in tutte le scissioni ognuno accusa l’altro di volersi scindere. «Questa Forza Italia – è il contrattacco dell’ex governatore pugliese processato in contumacia da un Berlusconi infuriato per «l’ultima provocazione»: l’assenza dei suoi parlamentari nell’assemblea di tutti – si è scissa dai nostri elettori, delusi e astenuti. Più di nove milioni. Espelliamo anche loro? Li deferiamo ai probiviri?». Il clima questo è. Due partiti in un partito. Anzi, due partiti e basta. Quello targato Fitto – il quale continua a dire: «Noi non andiamo via e Berlusconi non può cacciarci» – il leader di Arcore già lo ha fatto pesare dalla sua sondaggista di fiducia, Alessandra Ghisleri: «Vale l’1,3 dei voti. Meno della Ncd di Alfano. Ma dove credere di andare Raffaele? Ho avuto con lui tanta pazienza, ma adesso basta». E questa ennesima separazione annunciata finisce per terremotare ancora di più un centrodestra già in preda ad ogni tipo di stress.
L’ADUNATA
Il 21 febbraio Fitto metterà in mostra tutta la sua potenza, se c’è, e i suoi Ricostruttori, questa sorta di Forza Italia 2.0 post-berlusconiana, si riuniranno non più al teatro Ghione, ma in un altro teatro molto più spazioso in zona Vaticano. «Sul territorio non ha più nessuno Raffaele, e tutto il potere che aveva da ministro glielo ho fatto avere io che neppure lo volevo al governo»: il Berlusconi furioso dice così. Anche se l’ex governatore pugliese qualcosa sui territori meridionali ce l’ha, in Campania per esempio oltre che in Puglia e in altre parti del Sud da cui partiranno i pullman dell’esercito raffaellita per la kermesse romana, e in Parlamento può contare su 40 seguaci. Destinati ad aumentare nel caso Berlusconi e Renzi, l’uno contro l’altro, volessero precipitare la legislatura verso elezioni anticipate. Ma soprattutto, la bomba Fitto può cambiare equilibri e schemi nel cantiere dei moderati. La sola ipotesi di Gaetano Quagliariello candidato di Ncd più centrosinistra più fittiani come governatore della Campania – anche se spiritosamente smentita dall’interessato: «Già sono stato ingaggiato come successore di Benitez alla guida del Napoli» – fa capire quanto il partito dei Ricostruttori possa sparigliare tutto. E come la scissione (o cacciata) di Fitto, che sembrava potesse avvenire sul versante di destra, ossia in polemica con il renzusconismo, potrebbe rivelarsi invece come riavvicinamento del leader pugliese alle proprie radici democristiane e inserirsi nel cantiere del nuovo centrodestra a cui lavorano Alfano e gli altri.
NO LEGA
E del resto, l’irriducibilità di Fitto a un’alleanza con la Lega di Salvini è pari a quella di Alfano e la svolta filo-leghista di Berlusconi trova sia Angelino sia Raffaele sullo stesso fronte del mai e poi mai e del no e poi no. Il grande rimescolamento dei moderati sta dunque cominciando e la rottura tra Fitto e Berlusconi può avere un effetto rimbalzo difficilmente calcolabile al momento ma sicuro. Nell’entourage fittiano si ragiona così: «Berlusconi vuole un piccolo partitello dell’8 o 9 per cento, una cinquantina di parlamentari-pretoriani che rispondono personalmente a lui e ai suoi interessi». E Fitto è all’opposto di questa tendenza. Spiega a chi ci parla: «Non serve a niente una corte dei miracoli che dà sempre ragione a Berlusconi quando dice una cosa e gli dà ragione anche quando dice la cosa opposta». Quanto al rimescolamento nel centrodestra, ecco come lo spiega Vincenzo D’Anna, vulcanico berlusconiano deluso in forza nel gruppo del Gal e molto fittiano: «Noi non solo non abbiamo paura di allearci con il centrosinistra, e per esempio voteremmo un candidato del Pd come Luigi Nicolais se lo mettono in pista come governatore campano. Ma soprattutto, abbiamo ottimi rapporti con Ncd. Lo scopo del nostro gruppo è quello di creare un nuovo contenitore di centrodestra nel quale starebbero fuori i pretoriani di Berlusconi e dentro il partito di Alfano. Anche se adesso loro stanno con Renzi e noi contro Renzi, le prospettive di lunga durata, quelle di un nuovo moderatismo non padronale, sono le stesse».
E intanto, però, c’è da vedere come andrà a finire la vicenda della cacciata di Fitto dal suo partito d’origine. Il leader pugliese farà ricorsi su ricorsi, vorrà dimostrare che Berlusconi è un presidente abusivo di un partito senza statuto ma lui è già pronto a ballare da solo o con nuovi compagni di strada.