Corriere della Sera, 12 febbraio 2015
Il boom di ascolti del Festival di Sanremo? È l’immaginario infiacchito di un’Italia che fatica a uscire dalla crisi
Sanremo ha fatto il boom di ascolti e dopo aver scritto che al Festival mancava la dimensione di evento adesso mi trovo a dover spiegare i dati Auditel. L’audience ha le sue ragioni, che la ragione non conosce. Come al solito, non c’era controprogrammazione. Ma questo succede tutti gli anni, quello che bisogna capire è come il Festival sia riuscito a intercettare il pubblico che normalmente non guarda la tv o la guarda poco. Martedì sera, su Raiuno, rispetto a una comune serata tv la crescita è stata di quasi tre milioni di persone. Del resto, bastava buttare un occhio sui social network per capire che anche il pubblico più colto, più critico usava Sanremo come palestra di agudezas, di battute intelligenti, di osservazioni che nascono dai «piaceri proibiti». Gli intellettuali fanno tendenza, non massa.
La conduzione di Conti, «presentatore da pilota automatico, di quelli che portano a casa il risultato senza sforzo e senza guizzi», è molto trasversale, intercetta tutti i pubblici. Colpisce il 52% di share fra i 15-24enni. Sugli spettatori più anziani la partita è più facile, ma convincere i giovani non è così immediato. Questa la vera sorpresa. Forse la spiegazione più plausibile è quella dovuta al fattore geografico. Un evento nazional-popolare come il Festival funziona se riesce a coinvolgere le parti del Paese che sono più legate a questo tipo di rito. E il calore che il Centro ma soprattutto il Sud d’Italia hanno tributato a Sanremo è davvero notevole, con oltre il 60% di share nella popolosa Sicilia, il 67% in Puglia. Il Nord ha seguito ma è stato un po’ più freddino (medie del 40% di share ). Alessandro Siani fa battute infelici sul bambino sovrappeso e sul pubblico dell’Ariston, può non piacere ai critici, ma sbanca i botteghini, ed è molto amato soprattutto da una parte del Paese.
Anche da questi dati, però, si può intravedere l’immaginario infiacchito di un’Italia che fatica a uscire dalla crisi.