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 2015  febbraio 12 Giovedì calendario

Dopo l’ultima tragedia di Lampedusa è scontro tra Enrico Letta e Matteo Renzi sul pattugliamento delle coste. L’ex premier: «Ripristinare Mare Nostrum. Che faccia perdere voti o no». La replica del rottamatore: «Non strumentalizziamo questi morti»

Trecento, probabilmente di più. I 29 morti per freddo si sono decuplicati. E la nuova, immensa tragedia dei migranti annegati nel Mediterraneo, scatena una polemica che ha infuocato ieri la giornata politica e istituzionale. Come un idrante, nel tardo pomeriggio, Matteo Renzi ha gettato acqua fredda su tutto quel fuoco in un’intervista a Sky Tg24. Triton è un fallimento? Bisogna tornare a Mare Nostrum? Il premier ribatte con un velo d’irritazione: «Il problema non è Mare Nostrum o Triton, si può chiedere all’Europa di fare di più, lo farò subito; ma il punto politico è risolvere il problema in Libia, dove la situazione è fuori controllo».
A Renzi non è piaciuto il braccio di ferro, a suo avviso «strumentale», tra chi parteggia per Triton e chi vuole rimettere in campo l’operazione umanitaria tutta italiana, Mare Nostrum. E se il capo dello Stato, Sergio Mattarella, si è detto molto «colpito dalla nuova immane tragedia avvenuta in acque internazionali», e ha espresso «apprezzamento per l’opera dei soccorritori che ha permesso di salvare molte vite», sono arrivati attacchi durissimi dalle opposizioni, Sel, Lega Nord e 5 Stelle (critiche scontate, per Renzi) ma anche reazioni negative da esponenti del Pd e delle istituzioni. Lo scontro con Enrico Letta, l’ex premier che nel 2013 lanciò Mare Nostrum, è diretto, anche se a distanza. Letta chiede di tornare subito all’operazione umanitaria chiusa nel 2014. Su Twitter scrive: «Ripristinare Mare Nostrum. Che gli altri Paesi europei lo vogliano o no. Che faccia perdere voti o no». Diretto anche Pietro Grasso, presidente del Senato: «Siamo chiamati, come cittadini europei, a rispondere non a un tribunale ma alla nostra coscienza, per ciascuna delle vittime del Mediterraneo. Agire ora è già troppo tardi». «Si confermano le preoccupazioni che in molti avevamo espresso sulla fine di Mare Nostrum – sono le parole del presidente della Camera Boldrini —. Di fronte a questa strage non si può non prendere atto che l’operazione Triton è inadeguata».
Anche papa Francesco interviene: prega per le vittime e incoraggia «alla solidarietà, affinchè a nessuno manchi il necessario soccorso». «Provo dolore per le vittime, per queste storie terribili», dice Renzi. Tuttavia, «è spiacevole che si utilizzino certe vicende in modo cinico. Quando ci sono morti, anche soltanto per rispetto, l’idea di usarli come strumentalizzazione fa male al cuore». Chi ne approfitta e dà vita a «un derby tra chi sostiene Mare Nostrum e chi Triton, non guarda la realtà ma solo le proprie posizioni ideologiche». Certo, l’Ue deve fare di più, «porterò il tema in Europa», assicura il premier ma sembra evidente che per lui non esista la possibilità di un ripristino di Mare Nostrum. E a chi si spinge fino a indicare un’equivalenza tra migranti e terroristi, risponde che «stabilire un nesso tra l’immigrazione e il terrorismo è difficile, in Francia l’attentato l’hanno fatto non persone venute da fuori ma ragazzi nati in Francia, non gente che stava nel deserto».
Già nella mattina, il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, aveva detto che «Triton non è sufficiente per salvare i migranti nel Mediterraneo». Lo pensa anche il nostro ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni: «Triton è solo un inizio», e non c’è dubbio che «nelle dimensioni è un’operazione più ridotta rispetto a Mare Nostrum».