Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  febbraio 11 Mercoledì calendario

Ren Zhiqiang, il guru cinese del mattone

Ha descritto l’ad di Apple Tim  Cook come «la vera libertà» ed è un blogger ascoltatissimo dagli internauti. Si tratta di Ren Zhiqiang, magnate dell’industria e celebrità su Weibo, con più di 25 milioni di follower. Nell’ottobre scorso questo signore alto, con i capelli corvini, carismatico e con l’andatura da texano, ha annunciato (proprio su Weibo!) le dimissioni dalla società a controllo statale Huayuan Property. Fondata nel 1987 e quotata a Shanghai nel 2008, Huayuan è cresciuta proprio grazie alla visione di Ren, e ha annunciato un fatturato di 4,29 miliardi di renminbi per i primi tre trimestri del 2014, in crescita del 99,69% rispetto all’anno precedente. Ma Ren è soprattutto una voce molto ascoltata nel settore del real estate, anche perché non si è mai fatto problemi nel criticare le scelte di Pechino. Spesso la stampa si è interrogata sui suoi legami con il governo, «dovevano essere proprio importanti se gli permettevano di dire ciò che pensava», mi spiega un imprenditore italiano che vive a Pechino. Anche ora che non è più a capo di HuaYuan, le stime di Ren sull’immobiliare sono quelle cui gli operatori guardano. Recentemente, e secondo chi lo conosce bene «con quel po’ d’arroganza che non guasta» in una conferenza organizzata da Caijing, magazine cinese indipendente che si occupa di politica, economia e società, ha detto: «So perché siete qui, perché volete sapere se i prezzi delle case saliranno oppure no». Ren in quell’occasione ha affermato che i prezzi delle case a Pechino continueranno a salire, che l’urbanizzazione in Cina sarà il driver di crescita per i prossimi 15 anni e di non essere preoccupato circa la domanda nel settore immobiliare, almeno fino al 2030. Cosa ha portato alle sue dimissioni da Huayuan? L’unica spiegazione ufficiale l’ha fornita a un magazine economico cinese affermando, poco prima delle dimissioni, che gli sarebbe piaciuto «spendere più tempo nel fare ricerca sull’immobiliare». Dietro le sue dimissioni in ogni caso non c’è una rottura con il governo, come sarebbe logico pensare visto che ha sempre continuato a picchiare su Pechino, ma i suoi investimenti nel real estate. Secondo Ren infatti i prezzi dell’immobiliare cinese sono sempre e comunque troppo bassi: non c’è limite infatti ai prezzi delle case, ha sempre sostenuto, contrarian rispetto alla visione comune. «In Cina sei a rischio se hai così tanti follower, se dici cose che non piacciono al governo e se stimoli l’immobiliare in un momento in cui non va stimolato», afferma il presidente di Osservatorio Asia Alberto Forchielli. «Ren ha perso tanti soldi a forza di scommettere sull’immobiliare, e a un certo punto si è trovato in mano alle banche», continua Forchielli, che con Ren è regular speaker nelle conferenze organizzate dalla Tsinghua University. «Ci sono imprenditori pieni di appartamenti che non riescono a vendere», aggiunge Forchielli. Per far capire come Ren vada spesso contro i dettami del governo, basta citare una sua frase, nel corso di un convegno, relativa alle politiche ambientali di Pechino. «Le macchine elettriche non sono ecologiche», ha affermato, «dato che la gran parte dell’elettricità nel nostro Paese è prodotta bruciando carbone».