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 2015  febbraio 10 Martedì calendario

Come si educa una principessa? La Spagna si interroga sul destino di Leonor. L’erede al trono ha nove anni: alla sua età il padre iniziò la formazione militare. Lei cosa farà?

«Papà, quando potrò fare anch’io un discorso come te?». Ha un bel dire la regina Letizia, che vuole veder crescere le due figlie come bambine “normali”. Impresa impossibile, tanto più da quando – otto mesi fa – l’abdicazione del nonno Juan Carlos le ha collocate all’improvviso sotto i riflettori. Leonor ha nove anni e sa già tutto. Non ne ha ancora ben chiara la portata, ma le hanno già spiegato in qualche modo che un giorno toccherà a lei occupare il posto che fu del nonno e ora è del padre Felipe. Forse fa fatica a ricordarli tutti insieme, però conosce i suoi titoli: principessa delle Asturie, di Gerona e di Viana, duchessa di Montblanc, contessa di Cervera e signora di Balaguer.
Nel frattempo, con tutto questo peso di future responsabilità addosso, continua a frequentare la quarta elementare (la sorella più piccola, l’infanta Sofia, fa la seconda) nel collegio Nuestra Señora de los Rosales, a due passi dalla Zarzuela. Una scuola privata e laica – la stessa in cui si formò l’attuale monarca – per la quale i genitori pagano 700 euro d’iscrizione al mese. L’uniforme con gonna grigia, maglione blu e scarpe nere, il contenitore con il pranzo imposto dalla madre che ci tiene all’alimentazione sana: pochi grassi, molta frutta, proteine, verdure cotte al vapore dai cuochi di Casa Reale. Un’alunna modello la giovane principessa. O almeno così dicono. Nel collegio gioca a pallone, a basket e pallavolo, nel parco della Zarzuela va in bicicletta. Le piace sciare e fa grandi progressi con l’inglese, grazie soprattutto alla babysitter britannica. Ma Letizia ha imposto alle due piccole anche lo studio del cinese e, viste le future responsabilità istituzionali, un po’ alla volta dovranno apprendere anche le lingue cooficiales della Spagna: catalano, euskera e galiziano.
I tempi in cui Leonor chiedeva ai genitori «perché ci fanno tante foto?» sono ormai lontani. Ora ogni mossa della bambina viene scrutata con cura, nonostante la sua giovanissima età, in quanto si tratta di un affare di Stato. Lo ricordava ieri su El País il costituzionalista Javier García Fernández, in un articolo – «L’educazione di una principessa» – che solleva diversi interrogativi. A cominciare dalla scelta stessa della scuola in cui si sta formando Leonor. «Si sta inviando ai cittadini un messaggio: i centri privati forniscono un insegnamento di migliore qualità rispetto a quelli pubblici». Con l’aggiunta che, optando per un istituto d’élite, la piccola non avrà un contatto diretto con studenti appartenenti a strati sociali «rappresentativi della società sulla quale regnerà».
Ma soprattutto c’è un altro tema destinato a far discutere: la futura formazione militare dell’erede al trono, già definita come qualcosa di ineluttabile dall’attuale ministro della Difesa Pedro Morenés. Secondo la Costituzione, il sovrano è anche capo supremo delle Forze Armate. Un principio sancito nel periodo della transizione post-franchista e che potrebbe essere abolito da una prossima riforma della Carta fondamentale. In caso contrario, Leonor dovrà entrare a 16 anni all’Accademia Generale di Saragozza, poi alla Scuola Navale di Marín, a Pontevedra, infine al centro di formazione dell’aeronautica a San Javier, Murcia. Ma se dovesse seguire scrupolosamente i passi del padre, già quest’anno verrebbe insignita del titolo di soldato d’onore del reggimento di fanteria «Inmemorial del Rey». A 9 anni, per l’occasione, a Felipe tagliarono i capelli a zero. Leonor forse non sarebbe d’accordo se le volessero tagliare la sua lunga chioma bionda.