Corriere della Sera, 10 febbraio 2015
La campagna d’inverno dei «due Matteo». E in questa sorta di patto, Berlusconi e Alfano rischiano d’essere messi all’angolo: uno stretto dall’offensiva populista, l’altro nella logica di governo. Ma nulla è ancora scontato
È iniziata la campagna d’inverno dei «due Matteo», che da ieri sono ufficialmente alleati. In modo speculare, Renzi e Salvini si stanno muovendo in vista delle Regionali di primavera con lo stesso obiettivo: impedire che al centro si saldi l’asse tra Ncd e Forza Italia, assoggettare i due tronconi del vecchio Pdl e liberare così la «terra di mezzo» che diverrebbe terreno di conquista per le loro scorribande elettorali. In questa sorta di patto Molotov-Ribbentrop, Berlusconi e Alfano rischiano di diventare la Polonia della politica italiana: uno stretto dall’offensiva populista, l’altro nella logica di governo. Il vertice tra il segretario del Pd e il leader del Nuovo centrodestra, e l’incontro tra il fondatore di Forza Italia e il capo della Lega, sembrerebbero tracciare questo scenario. Ma nulla è ancora scontato.
A Palazzo Chigi il premier e il ministro dell’Interno hanno delineato un quadro d’azione per il 2015. Non è alle viste un rimpasto, anzi: la confluenza della Giannini nel Pd fa escludere una prospettiva che non interessa ad Alfano e non piace a Renzi, allergico ai riti d’un tempo e irritato per l’impatto mediatico negativo che sta provocando l’operazione dei «nuovi Responsabili». Figurarsi quindi cosa accadrebbe se qualcuno pensasse di bussare alla sua porta per chiedere qualche strapuntino...
Nell’ora di colloquio, Alfano ha spiegato a Renzi che «Area popolare sta al governo per realizzare i suoi programmi»: un modo per intestarsi le battaglie sui temi della sicurezza, della famiglia, del lavoro e del Sud, che evidenziano uno stato di necessità politica per Ncd, impegnato a uscire dal cono d’ombra a saldo negativo. E non c’è dubbio che restino da chiarire molti punti, compreso il nodo sulle unioni civili. Ma di certo il premier è pronto a trovare un’intesa «a patto che – una volta fissati i contenuti – si lavori poi senza polemiche quotidiane. Perché questo sarà l’anno della ripresa economica e non possiamo sciuparlo». I rapporti di forza tra Renzi e Alfano sono evidenti, ma ci sarà un motivo se il segretario del Pd ha introdotto il tema delle Regionali, che rappresentano un bivio dopo il quale si delineeranno le alleanze per le Politiche. Veneto e Campania sono i test chiave, perché lì Ncd può fare la differenza. Ed è infatti su questi due fronti che si muovono in modo speculare i «due Matteo». Da queste due trincee passa l’ultima possibilità di Berlusconi e Alfano di ricostruire l’area che si richiama al popolarismo europeo.
I margini sono ridotti, specie se il leader di Forza Italia – rompendo il patto del Nazareno – votasse contro la riforma costituzionale e la legge elettorale, che finora aveva condiviso con Renzi. Peraltro, l’idea di adottare la linea dura e iniziare il filibustering in Parlamento non riassorbirebbe l’offensiva dell’opposizione interna, se è vero che Fitto continua a chiedere l’azzeramento del gruppo dirigente forzista. Gli amici di una vita del capo del Biscione non sono affatto convinti della scelta, che invece è stata appoggiata dalla figlia Marina al tradizionale pranzo di Arcore del lunedì. Ragioni aziendali e politiche sconsiglierebbero la «giravolta» che escluderebbe Berlusconi dal consesso dei padri fondatori della Terza Repubblica al momento del referendum confermativo. In più la mossa risucchierebbe Forza Italia nell’area di Salvini, che ieri è stato sprezzante con l’ex premier: non solo ha ribadito il suo «no» all’alleanza con Ncd in Veneto, ma ha persino rivelato che «parlamentari forzisti chiedono di venire con me». E meno male che Berlusconi aveva detto ai suoi che l’incontro era andato «benissimo»...
È il segno dei tempi. È il segno dell’Opa della Lega. «È Salvini che vuole salvare se stesso e non il centrodestra», dice Alfano. È il «bivio» davanti al quale – secondo Lupi – si trova Berlusconi: «Deve scegliere se ricostruire o mettersi la felpa». Senza un accordo in Veneto con Ncd, non ci sarebbe nemmeno l’intesa in Campania, dove Forza Italia perderebbe l’ultima roccaforte. E a quel punto – nonostante i sondaggi dicano che l’81% degli elettori azzurri vuole una ricomposizione dei due tronconi del vecchio Pdl – i «due Matteo» avrebbero partita vinta. I fedelissimi berlusconiani – impegnati in battaglia con Verdini – accusano il leader di Ncd di «doppiezza» e attendono da lui dei segnali. «Ma se voi ci chiedete di far andare avanti la legislatura e poi ci attaccate», è stata la risposta. Non ci sono molti margini, e l’incontro tra Berlusconi e Alfano sarà decisivo: potrebbe essere il primo di una nuova serie o l’ultimo. E a quel punto la «terra di mezzo» sarebbe una prateria per le scorribande elettorali di Renzi e Salvini.