La Gazzetta dello Sport, 10 febbraio 2015
Ci si chiede che senso abbia oggi il Festival di Sanremo, in onda da stasera a sabato, in un momento di crisi tanto grave, la Grecia, l’Ucraina, la disoccupazione…• Se continuano a farlo una ragione ci sarà

Ci si chiede che senso abbia oggi il Festival di Sanremo, in onda da stasera a sabato, in un momento di crisi tanto grave, la Grecia, l’Ucraina, la disoccupazione…
• Se continuano a farlo una ragione ci sarà.
Diciamo le ragioni a favore. La prima è di puro share: l’anno scorso, in un’edizione considerata un flop, si fece comunque una media del 39,32%, non proprio da buttar via. Giancarlo Leone, il direttore di Raiuno, prevede per quest’anno un 40% e sarebbe sorpreso di un risultato superiore. Certo ci sono stati Festival con medie superiori al 50% e punte anche del 70, ma va messa nel conto la crisi della tv generalista, scesa del 9 per cento in tre anni, tutto pubblico che preferisce guardare i canali tematici, digitali o satellitari. In ogni caso, in termini economici, Sanremo non perde: nel 2013 andò in pareggio, l’anno scorso guadagnò due milioni, quest’anno, se le preivisioni risulteranno esatto, la Rai dovrebbe mettersi in tasca quattro milioni. Infine è stato calcolato che, tra ttelevisione, social, giornali eccetera, almeno un 71 per cento della popolazione è in qualche modo interessato alla manifestazione.
• La seconda ragione?
È, direi, eminentemente culturale e rispettosa del pubblico di Raiuno, formato in prevalenza da anziani. Abbiamo letto ieri un intervento sul Festival dello scrittore vincitore del Premio Strega 2014, Francesco Piccolo: «Le canzoni di Sanremo possono anche essere definite stupide, salvo poi restare come un marchio indelebile nel ricordo di due esseri umani». Questa cosa c’è, e infatti i testi di quest’anno girano tutti intorno a lui e lei, i tradimenti, la lontananza, eccetera. Fino all’estremo della canzone di Platinette e Grazia Di Michele sull’identità sessuale e quel corpo in cui «non c’è una donna o un uomo solo un essere umano» (la canzone si chiama Io sono una finestra). A proposito, Platinette si presenterà nella veste non-travestita di Mauro Coruzzi, con tanto di barba e smoking.
• E sul mercato? Sanremo conta ancora qualcosa?
Molto poco. Calcoli dei discografici le assegnano un’influenza dell’1-2%. Ha detto Enzo Mazza, presidente della Federazione Industria Musicale Italiana: «Negli anni storici Sanremo è stato un evento centrale del mercato: ma negli ultimi due decenni è cambiato tutto. Secondo me una delle ragioni del basso impatto sulle classifiche è la deformazione dell’evento, diventato sempre più un prodotto televisivo e sempre meno musicale. I consumi discografici oggi sono determinati da tutt’altro».
• È per questo che Carlo Conti ha arruolato una schiera di cantanti d’altri tempi…
Beh, Carlo Conti ha preparato una miscela dove c’è di tutto un po’. Al Bano, Romina, Pino Donaggio, Massimo Ranieri. E però anche Ed Sheeran, gli Imagine Dragons, il producer The Avener e i Saint Motel. La generazione di mezzo – i 40/50enni – è rappresentata da Raf, Marco Masini, Irene Grandi, Gianluca Grignani, Alex Britti e soprattutto dagli Spandau Ballet, mito degli anno Ottanta. Il criterio per capire la formazione messa in campo è però forse un altro: il 25% del cast viene dai talent: Annalisa, Dear Jack, Moreno (tutti da Amici), Chiara Galiazzo, Lorenzo Fragola (entrambi da X Factor). E il Dopofestival, affidato a Sabrina Nobile e Saverio Raimondo, andrà in onda solo sul web. Cioè, in mezzo a tutti i ragionamenti, c’è però anche un’attenzione per questi fenomeni nuovi. Del resto i signori del mercato spiegano che un talent orienta il pubblico molto di più del Festival.
• Parliamo di soldi. Girano gli stessi cachet pazzeschi degli anni scorsi?
I costi, almeno ufficialmente, sono più contenuti. Carlo Conti prende mezzo milione. Emma Marrone e Arisa, le due vallette (siamo tornati alla bionda e alla bruna, come all’epoca di Pippo Baudo con Bianca Guaccero e Andrea Osvart, le ultime miste), 80 mila euro ciascuna. Quanto si spenderà per gli eventi speciali e gli ospiti, musicali e no? Arriveranno Tiziano Ferro, Gianna Nannini, Biagio Antonacci, Vincenzo Nibali, Antonio Conte, stasera ci sarà il presidente della Samp, Massimo Ferrero (con Fabrizio Pulvirenti, il medico guarito dall’ebola, Vittoria Puccini e una famiglia calabrese composta da padre, madre e 16 figli), poi vedremo i comici Giorgio Panariello, Angelo Pintus, Alessandro Siani, Luca e Paolo. Will Smith e Charlize Theron. Eccetera eccetera. Per tutti questi, quanto vogliamo calcolare? Dire qualcosa di mezzo tra il mezzo milione e il milione. E però sull’altro piatto della bilancia, quello delle entrate, bisogna mettere i ricavi dagli spot. Qui c’è la prova provata che Sanremo tira ancora: un secondo di pubblicità durante il Festival costa 14 mila euro, circa il doppio dell’anno scorso. E anche chi non inserisce i suoi commercials durante il Festival, la tariffa è salata: 144 mila euro per 15 secondi in prima serata. Praticamente il doppio, rispetto all’anno scorso.