Corriere della Sera, 9 febbraio 2015
Ucraina, quella che viene raccontata ai russi da giornali e tv è una guerra assai diversa da come la conosciamo noi: «Kiev è di nuovo occupata dai nazisti»
Dire che si tratta di un’altra guerra sarebbe eccessivo. Ma di certo quella che viene raccontata ai russi da giornali e tv è una vicenda assai diversa da come la conosciamo noi.
Prendiamo la conferenza stampa a Monaco del presidente ucraino Petro Poroshenko, che si è presentato con in mano un mazzo di passaporti e altri documenti di militari russi trovati in Ucraina. Sul sito della radio statale Sputnik si leggeva questo titolo sopra la foto di Poroshenko: «Kiev non fornisce le prove della presunta presenza di militari russi nel Donbass». E il presidente americano? Per il quotidiano moscovita Rossijskaya Gazeta, ha confessato: «Obama conferma la sua partecipazione al colpo di Stato in Ucraina».
E già, perché tutta la vicenda che ha portato a oltre 5 mila morti e che vede la Russia assai coinvolta in quello che succede nel Sudest ucraino nasce dagli eventi dell’anno scorso, quando la piazza cacciò l’ex presidente Viktor Yanukovich appoggiato da Mosca e sconfessò l’accordo che doveva portare alla formazione di un governo di salvezza nazionale con dentro tutti i partiti. Ai russi è stato spiegato che forze naziste, praticamente le stesse che nella Seconda guerra mondiale combatterono a fianco di Hitler, si erano impadronite dell’Ucraina. E da allora hanno tentato di sottomettere con tutti i mezzi i poveri abitanti dell’Est che non vogliono avere nulla a che fare con la svastica.
Così alle lettrici della Pravda viene raccontato che «centinaia di donne sono state ritrovate con proiettili nel cranio» e che «quasi tutte sono state stuprate». I prigionieri «che cadono nelle mani delle forze della giunta nazista sono torturati, abusati e trucidati». Il primo canale tv è arrivato a sostenere che un bambino era stato crocifisso in un villaggio.
Nell’Est non è in corso una secessione dei filorussi e il Cremlino non c’entra assolutamente nulla con quanto avviene. Niente armi ai ribelli, nessun soldato di Mosca oltrefrontiera. Casomai, hanno spiegato unanimi i telegiornali, ci sono alcuni eroici soldati pensionati o in licenza che vanno a passare le vacanze in Ucraina per aiutare i fratelli sotto attacco. Sì, perché sono le truppe di Kiev che bombardano dappertutto, anche le zone controllate da loro stesse per dare poi la colpa agli avversari. E questa, si sa, è una tesi che viene regolarmente prospettata anche dall’altra parte, il governo di Kiev. Ma che non viene «bevuta» dai mass media occidentali.
L’abbattimento dell’aereo malese ha dato sfogo alla capacità dei giornali russi di scovare storie che nessun altro al mondo aveva trovato. Intanto che in quella zona doveva passare Putin e che i regolari ucraini avevano quindi sparato al jet passeggeri scambiandolo per quello presidenziale russo. Poi è emersa la vicenda di un Sukhoi ucraino decollato con i missili e tornato senza.
Dietro alla guerra non ci sono gli interessi di Mosca ma quelli di Washington, delle lobby ucraine e internazionali.
Ntv ha mandato in onda uno speciale sull’arricchimento dei leader di Kiev: Poroshenko avrebbe una fabbrica di lanciagranate. E le armi non letali che arrivano dall’America vengono rivendute in Siria ad Assad.
È un martellamento continuo. La tesi più originale: dietro a tutto ci sono grandi aziende agricole Usa ed europee attratte dalla fertile terra ucraina.