La Gazzetta dello Sport, 8 febbraio 2015
Facciamo un po’ di propaganda all’Expo, che parte il 1° maggio, e ieri ha vissuto, con l’Expo delle Idee nell’Hangar Bicocca, una specie di grandiosa pre-inaugurazione, con discorsi di Renzi, del Papa, 42 tavoli tematici, un po’ di contestazione fuori dai cancelli con lanci di uova (quella non si nega a nessuno e sarebbe sorprendente se non ci fosse), e insomma tutto all’insegna di una certa, ricercata spettacolarità

Facciamo un po’ di propaganda all’Expo, che parte il 1° maggio, e ieri ha vissuto, con l’Expo delle Idee nell’Hangar Bicocca, una specie di grandiosa pre-inaugurazione, con discorsi di Renzi, del Papa, 42 tavoli tematici, un po’ di contestazione fuori dai cancelli con lanci di uova (quella non si nega a nessuno e sarebbe sorprendente se non ci fosse), e insomma tutto all’insegna di una certa, ricercata spettacolarità.
• E gli scandali? Quelli già usciti fuori e quelli che si immaginano, la storia dei terreni comprati per 110 milioni, versati in parte a Comunione e Liberazione in modo che rimettesse a posto i suoi conti, col compratore Arexpo che adesso, a causa di una compravendita a questi prezzi, è a un passo dalla bancarotta? Oppure i quattromila metri quadri assegnati a Farinetti senza gara (Cantone indaga)? O il ritiro sdegnato di Frankie Hi-Nrg che non vuole più essere tra gli ambasciatori della manifestazione perché non gli è piaciuto che tanti lavori vengano fatti gratis da 16 mila volontari?
Ma lei è veramente un guastafeste. Renzi, a proposito degli scandali, ieri ha detto: «L’Expo non è più uno scandalo, ma il simbolo delle ambizioni italiane». Non so se ha ragione, ma dia retta a me: facciamo un po’ di propaganda a Expo 2015, che se va bene darà una mano a un minimo di ripresa.
• E facciamo propaganda.
Renzi, nel discorso di ieri, ha giurato che il 2015 sarà un anno felix. Impernia questa sua profezia, oltre che sul suo buongoverno, su due fatti obiettivi: il calo del prezzo del petrolio darà un risparmio alla nostra bolletta energetica di 10-11 miliardi almeno, tutti soldi che potranno essere investiti per produrre e intaccare il tasso di disoccupazione. Altro fatto obiettivo: l’euro perde valore, è in prossimità del dollaro (cambio 1 a 1, tra un po’), questo darà una spinta forte alle nostre esportazioni. Renzi: «Trasformiamo la parola Expo in identità. L’Expo sarà la cartina di tornasole delle ambizioni dell’Italia. L’Expo non sarà solo una fiera, ma un’occasione per combattere le ingiustizie. Se la politica non rinuncia a combattere le ingiustizie non è più politica. C’è un pezzo della nostra economia che non ha paura della competizione internazionale. La condizione è che si esca dalla melina del continuare a pensare che siano altri a risolvere i problemi…» eccetera. Poi: «L’Italia non può più essere solo la patria dei capolavori di Dante, Michelangelo, Leonardo, Manzoni. L’Italia non è la patria di quelli che ce l’hanno fatta, ma di quelli che ci provano. Si deve esercitare uno sforzo comune per andare verso la Carta di Milano. Non si tratta solo della grande questione del cibo, ma della possibilità che il nostro Paese torni a essere portatore sano di speranza».
• Che cos’è la Carta di Milano?
È un documento alla cui stesura si provvederà durante il semstre dell’Expo e che a ottobre sarà messo a disposizione di cittadini, istituzioni, imprese e associazioni perché lo sottoscrivano. Conterrà una serie di postulati politici – una specie di dieci comandamenti – relativi alla lotta che non deve rallentare contro la fame nel mondo e contro gli sprechi. Il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, ha detto che nel 2015 potrebbe essere inserito nella nostra Costituzione il diritto al cibo».
• Il Papa ha detto qualcosa di simile, mi pare.
Il Papa ha fatto arrivare ai convegnisti un videomessaggio: «No a un’economia dell’esclusione e della inequità. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in Borsa. Questo è il frutto della legge di competitività per cui il più forte ha la meglio sul più debole. Attenzione: qui non siamo solo di fronte alla logica dello sfruttamento ma a quella dello scarto. Infatti gli esclusi non sono solo esclusi o sfruttati, ma rifiuti, sono avanzi, è dunque necessario se vogliamo realmente rtisolvere i problemi e non perderci nei sofismi risolvere la radice di tutti i mali che è l’inequità, per fare questo ci sono alcune scelte prioritarie da compiere, rinunciare all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e agire anzitutto sulle Cause strutturali della inequità».
• E come si fa?
Non lo so. Ma dobbiamo dire ancora qualcosa sulla Turandot
, che inaugurerà l’Expo e che i lavoratori della Scala minacciano di far saltare con uno sciopero. Renzi ha detto, vagamente citando Draghi: «Se c’è una qualche minoranza che pensa di poter bloccare la Turandot
, noi siamo pronti a tutto. Anche a misure normative, per non cominciare con una figuraccia internazionale. Trovo incredibile che vi sia una minoranza di blocco che vuole provare a dare di noi un’immagine che non appartiene alla stragrande maggioranza degli italiani. Credo che su questo perfino i sindacati siano d’accordo. E questo costituisce un elemento di novità».